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È tutto impresso lì, nel nastro della telecamera dell’ingresso di una cava in via della Magliana, dove Sara Di Pietrantonio è stata uccisa dall’uomo che un tempo amava.

Sono stati gli ultimi istanti di un rapporto malato, di un attaccamento a dir poco morboso sfociato in una cieca gelosia, culminato in un istante di follia. Si chiamava Sara Di Pietrantonio uccisa nell’indifferenza di chi sabato notte è passato lungo quella strada. 

Sara ha chiesto aiuto ma almeno due auto non si sono fermate. Dalle immagini si vede un’auto, quella di Vincenzo Paduano ex fidanzato di Sara, che sperona la macchina della studentessa. A quel punto la costringe a fermarsi. La ragazza frena e lui entra nella sua macchina, inizia una discussione, un litigio. Quindi l’uomo tira fuori una bottiglia d’alcol e cosparge la macchina e anche Sara.

A quel punto Sara scende dall’auto tentando di scappare e chiedendo aiuto. A circa duecento metri tetna di fermare un’auto ma non ci riesce. Subito dopo ne passa un’altra, ma nemmeno quella si ferma. Vincenzo la raggiunge. Le butta altro alcol addosso e le da fuoco. “Se qualcuno si fosse fermato Sara sarebbe ancora viva” ha detto il procuratore.

“Sara era una ragazza che aveva carattere, non si faceva mettere i piedi in testa. Sara voleva vivere!”, scrive un amico. Tutt’altro tono i commenti su Vincenzo:“Questo è il bastardo che ha ucciso Sara bruciandola viva – scrive una ragazza – spero che crepi, che ti ammazzino. Non ci sono parole per dire la fine che devi fare”

Ora è da solo, in una cella singola, con un letto ed un televisore, sorvegliato 24 ore su 24. La prima notte di carcere Vincenzo l’ha passata così a Regina Coeli. Ieri ha confessato tra le lacrime l’omicidio della sua ex fidanzata.

“È stato un momento, ora ho paura” ha detto a chi ci ha parlato. Paura di eventuali ritorsioni per quello che ha fatto. Lui stesso si è definito ossessionato, paranoico, geloso”. Lo ha detto al capo della squadra mobile di Roma durante l’interrogatorio.

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