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Per la Corte dei Conti la politica regionale abruzzese non si comporta molto bene. Diciamo, anzi, che forse non sa quello che sta facendo.

Nel 2015 l’assemblea regionale ha approvato ben 42 leggi. Bene, molto bene. C’è da aggiungere, però, un solo piccolo particolare: 22 senza copertura economica. Come dire: il futuro i penserà.

Finita qui? No.

Ci sono state anche delle violazioni. In che proporzione? In altrettante 17 leggi. Non male. Tanto per capirci, nelle leggi approvate manca la sostanza per farle funzionare: il denaro. O, per dirla in altri nei termini che tanto piace al politichese, la copertura finanziaria.

I giudici scrivono:

si segnala che, sui 22 provvedimenti legislativi recanti oneri, sono state riscontrate violazioni del principio di copertura e le modalità di quantificazione degli oneri scaturenti dalle norme, salvo rare eccezioni, non vengono mai rese note nelle relazioni tecniche”

E sapete come il Consiglio regionale intende coprire la spesa?

“attraverso aumenti apodittici delle entrate”

che però per la Corte dei Conti sono:

“privi di elementi giustificativi”

semplicemente perché sono state fatte analisi:

“senza alcuna valutazione in merito all’effettiva disponibilità di stanziamenti e alla riducibilità degli stessi”.

Per le tasche dei contribuenti si parla di aumento dell’Irpef e persino di proventi derivanti da “canoni concessioni acque minerali e termali”.

Insomma:

“la Regione Abruzzo non ha intrapreso le azioni richieste nell’ottica di apportare miglioramenti al quadro normativo e regolamentare regionale in tema di tutela del principio di copertura delle spese, né ha adottato le misure correttive utili a risolvere gli aspetti problematici applicativi evidenziati nel precedente referto di questa Sezione”.

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