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Il progetto, voluto dall’esponente del Movimento 139, Carlo Costantini, prevede di “riprendere e rilanciare l’iniziativa promossa tempo fa da alcuni esponenti politici abruzzesi e mai decollata di arrivare alla fusione tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore”. In una seconda fase, dopo la cancellazione delle Province, inglobare anche i Comuni di San Giovanni Teatino, Francavilla e Silvi. 

Il progetto, voluto dall’esponente del Movimento 139, Carlo Costantini, prevede di “riprendere e rilanciare l’iniziativa promossa tempo fa da alcuni esponenti politici abruzzesi e mai decollata di arrivare alla fusione tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore”. In una seconda fase, dopo la cancellazione delle Province, inglobare anche i Comuni di San Giovanni Teatino, Francavilla e Silvi. 

Il progetto, voluto dall’esponente del Movimento 139, Carlo Costantini, prevede di “riprendere e rilanciare l’iniziativa promossa tempo fa da alcuni esponenti politici abruzzesi e mai decollata di arrivare alla fusione tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore”. In una seconda fase, dopo la cancellazione delle Province, inglobare anche i Comuni di San Giovanni Teatino, Francavilla e Silvi. 

Qualche giorno fa anche la maggioranza politica del Comune di Spoltore si è dichiarata contraria al referendum senza quorum del 25 maggio indetto dalla Regione, per fondere insieme i territori di Pescara, Montesilvano e, appunto, Spoltore. Marina Febo, consigliere di centrodestra, sempre contraria alla fusione, ha ribadito le sue ragioni sulla propria pagine Facebook e ponendo precise domande a Carlo Costantini.

IL DIBATTITO 2.0

“Il Consigliere regionale, Carlo Costantini, promotore del referendum ‘Grande Pescara’ – scrive Febo – ha affermato che la nostra idea di impugnare il decreto di indizione sarebbe una ‘strana idea di democrazia'”.

Febo precisa che “la possibilità di impugnare un provvedimento potenzialmente illegittimo è la massima espressione di democrazia in uno Stato di diritto”.

LE DOMANDE

Febo Le sembra democratico un referendum che, anche se vota 1 solo cittadino su oltre 180 mila, il risultato è valido? Perché hanno eliminato il quorum costitutivo? Una tale decisione non dovrebbe raggiungere il più alto consenso proprio in ragione di quella democrazia che lei oggi richiama? Le pare “consultivo” e quindi non vincolante un referendum il cui esito “obbliga” il Presidente della Regione a procedere alla iniziativa legislativa in favore della fusione, entro 90 giorni dall’insediamento? Anche questa regola l’avete cambiata a dicembre scorso. Perché?

Costantini Non avendo redatto le modifiche che contesti alla legge, ho voluto dare uno sguardo ad altre realtà per comprenderne la radio. I referendum consultivi, proprio per la loro natura non vincolante, non hanno un quorum e molti regolamenti comunali prevedono espressamente che l’organo consiliare si esprima entro un determinato termine. In troppe occasioni, infatti, la consultazione popolare risulta vanificata dall’inerzia dell’organo deputato a decidere. Naturalmente l’organo (nel nostro caso il consiglio regionale) non è affatto vincolato dall’esito referendario.

E’ solo vincolato nel dire: lo rispetto e vado avanti; non lo rispetto a lo stronco.

Dunque, ricapitolando, queste due modifiche mi sembrano solo funzionali ad uniformare il funzionamento dell’istituto ai regolamenti adottati da molte istituzioni pubbliche.

Febo Le sembra democratico far svolgere un unico referendum con 3 popolazioni così differenti numericamente? Se il Comune è un ente dotato di propria autonomia, come dice la nostra Costituzione, dovrebbero decidere altri della sua stessa esistenza? Infatti, anche se tutti i cittadini di Spoltore (uniti a quelli di Montesilvano) votassero contro, a nulla gioverebbe.

Costantini La previsione e’ costituzionale e comunque lascia invariata la potestà del consiglio comunale che intende opporsi alla fusione, di far valere la propria contrarietà durante il processo legislativo. Io se fossi un amministratore di Spoltore, piuttosto che impedire ad un mio concittadino di votare, vorrei verificare cosa ne pensa, per poi adeguarmi. Se la maggioranza significativa fosse per il si, lo accetterei e lo sosterrei. Se la maggioranza fosse per il no, utilizzerei questo dato per bloccare tutto. Del resto, anche io sul piano personale ritengo che se anche in un solo comune il si non dovesse raggiungere la maggioranza, la fusione risulterebbe innaturale e dunque da abbandonare.

Febo Quanto costerà per le casse regionali lo svolgimento di questo referendum? La democrazia significa governo del popolo… ma in base alle regole che avete adottato che potere ha il popolo se alla fine, pur se consultato, non può decidere nulla e incidere con il suo voto?

Costantini Da solo sarebbe costato circa 2 milioni di euro. Così non costa praticamente nulla,perché associato alle regionali. Se dovessimo rinviarlo, avendo il consiglio deciso di tenerlo, dovremmo reperire 2 milioni di euro. La verità è’ che quando si pensava di votarlo da solo, i contrari dicevano che costava troppo ed andava accorpato. Ora che l’abbiamo accorpato, i contrari dicono che va votato da solo. Comunque, e concludo, considero straordinaria l’opportunità per 200.000 persone di esprimere il proprio giudizio. In un momento in cui i governi e le politiche nazionali e regionali non escono mai dal voto, ma solo dagli accordi di palazzo, mi piace l’idea che l’Abruzzo cominci a sperimentare forme di democrazia diretta. Spero, con la dovuta sintesi, di averti offerto il mio punto di vista. Ora concordiamo un paio di eventi da fare a Spoltore e Pescara.

ZdO


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