I 50 milioni alle Tv locali per la propaganda governativa sul Covid
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Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Viene disciplinato lo stanziamento dei 50 milioni di euro previsto dal “Fondo emergenze emittenti locali”, istituito dal decreto Rilancio. L’idea è quella di diffondere messaggi governativi sul Covid.

In sostanza il provvedimento autorizza l’erogazione di un contributo straordinario in favore delle emittenti radiotelevisive locali che si impegnano a trasmettere messaggi di comunicazione istituzionale. Il fine è quello di informare i cittadini sulle misure sanitarie introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid.

“Con questo provvedimento si riconosce il contributo fondamentale delle emittenti radiotelevisive locali come importante presidio di informazione durante l’emergenza sanitaria”, dichiara il Sottosegretario Mirella Liuzzi. “Una misura, a cui abbiamo lavorato insieme al Ministro Patuanelli, per definire uno strumento di supporto per le radio e tv locali. Allo stesso tempo garantire ai cittadini un contributo informativo costante sulle misure principali adottate dal Governo”.

Editoria: 50 milioni di euro a tv e radio locali. Continua l’assistenzialismo dello Stato

Si attendono ora, gli elenchi dei soggetti beneficiari. Sono in pubblicazione i relativi importi erogabili in un decreto direttoriale. A quel punto, per richiedere il contributo, le emittenti potranno presentare domanda, tramite piattaforma SICEM, entro 15 giorni dalla pubblicazione del provvedimento sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

Propaganda di Stato e sperpero di denaro pubblico

I media, in sostanza, si impegneranno a passare senza soluzione di continuità gli spot istituzionali per veicolare a tamburo battente la posizione governativa. Un’informazione piegata al servizio dell’esecutivo grazie a un tariffario di tutto rispetto che prevede anche più di 750 mila euro per quelle emittenti che garantiranno oltre 20 passaggi giornalieri. 

Pioggia di soldi in cambio del bombardamento mediatico.

La richiesta del governo alle emittenti è quello di partire subito con i messaggi garantendo almeno due mesi di diffusione, da spalmare su tutto il palinsesto compresi gli spazi informativi, come i tg locali. Una importante boccata d’ossigeno che viene elargita in cambio di una propaganda filo-governativa (in parte mascherata da comunicazione istituzionale).

Fondi destinati ai soliti noti 

A chi andranno i fondi? Leggendo il decreto emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico, si apprende che i contributi anche questa volta, andranno alle stesse emittenti amiche che nel 2017 avevano già partecipato a uno stanziamento simile.

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