I boss continuano a essere scarcerati: la preoccupazione dei giudici, il silenzio di Bonafede
Spread the love

Quasi 400 mafiosi da controllare ogni giorno. Le forze dell’ordine devono andare nelle abitazioni di mafiosi e trafficanti di droga anche più volte al giorno. Intanto, i boss continuano a essere scarcerati e Bonafede pare non avere una soluzione politica in mano.

La lista riservata è stata inviata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria alla commissione parlamentare antimafia, sollecitata più volte all’ex capo del Dap Francesco Basentini. Ad essere preoccupati sono i magistrati delle procure distrettuali antimafia di Sicilia e Lombardia, che continuano ad opporsi al ritorno dei boss nelle loro abitazioni. Perché non trasferire i boss in centri medici penitenziari che sono strutture di eccellenza della nostra sanità?

“Il diritto alla salute è sacrosanto – hanno precisato i pm di Palermo in un’udienza in occasione dell’ennesima richiesta di scarcerazione – ma i domiciliari sono assolutamente inidonei per soggetti ad alta pericolosità”.  

La lista

Ai domiciliari è arrivato uno dei boss più pericolosi di Palermo: Antonino Sacco, l’erede dei fratelli Graviano, gli uomini delle stragi del 1992-1993. Con lui anche Gino Bontempo, uno dei padrini della mafia dei pascoli. Raggiunge il “tepore di casa”, per motivi di salute, anche Francesco Ventrici, uno dei principali broker del traffico internazionale di cocaina. Poi c’è il manager della ‘ndrangheta, tale Fabio Costantino, della famiglia Mancuso di Limbadi.  

In attesa di giudizio ci sono altri nomi d’eccellenza. Dal 41 bis, ricordiamo, sono usciti in tre: Pasquale Zagaria, Francesco Bonura e Vincenzo Iannazzo.

I 63 detenuti dell’Alta sicurezza

Nella lista del Dap sui 63 detenuti dell’Alta sicurezza i direttori degli istituti penitenziari hanno sollecitato la magistratura a adottare provvedimenti per preservare i detenuti con alcune patologie dal rischio Covid. In assenza di un piano di trasferimenti predisposto dal Dap i giudici hanno disposto i domiciliari per tutti. Ben 376.

Nella lista al vaglio dell’Antimafia ci sono nomi come Giosuè Fioretto, uno dei cassieri dei Casalesi. Rosalia Di Trapani, consigliera e moglie del boss della Cupola Salvatore Lo Piccolo. Nicola Capriati, manager della droga inviato in missione dalla Sacra Corona Unita a Verona. Vito D’Angelo, della nuova Cosa nostra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia