I "Ministeri di collocamento": amici e conoscenti di Pd e 5S ci costano (solo per Conte) 5mln di euro
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La lista dei nomi è lunga. Lunghissima. E sono sempre gli stessi. Sono amici e parenti che prendono posti per poi – scaduto il mandato – scambiarli con altri. Insomma, stile scambio figurine Panini. Una lunga lista di parlamentari o amministratori pubblici non riconfermati e che oggi hanno una seconda vita professionale come consiglieri, segretari particolari, consulenti nei dicasteri del governo Conte 2. Veri e propri Ministeri di collocamento.

Il fenomeno del ripescaggio permette la riconoscenza, magari elettorale, ad amici e amici degli amici.

Fedeltà che ha anche un costo elevato. Panorama, che ha scandagliato l’elenco aggiornato a maggio 2020, relativa alla presidenza del Consiglio, tra il premier, i suoi sottosegretari e i ministri senza portafoglio, si contano oltre 200 nomi per una spesa complessiva che fino a fine anno supererà i 5 milioni di euro.

L’elenco infinito

Filippo Nogarin che, “dopo solo dopo pochi mesi dall’aver perso per un pelo le elezioni del 26 maggio 2019, il tempo di passare da un governo gialloverde a uno giallorosa, viene ripescato in qualità di “consigliere” del ministro per i Rapporti col Parlamento dal pentastellato Federico D’Incà con uno stipendio da 40 mila euro annui”.

Ileana Cathia Piazzoni, deputata dem nella scorsa legislatura (2013-2018). Dopo essersi ricandidata senza successo alle politiche del 2018, nel settembre scorso ha deciso di traslocare sotto le insegne di Italia viva. Viene menzionata anche “tra i collaboratori del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, Enrico Borghi, il cui stipendio è erogato direttamente da Montecitorio”.

Bruno Marton “Nella scorsa legislatura era senatore come Crimi e, oggi al Viminale in qualità di ‘segretario particolare del vice-ministro’, percepisce circa 75 mila euro annui”.  

Enrico Gasbarra per la stessa cifra lavora al ministero dell’Economia in qualità di consigliere di Roberto Gualtieri.

Salvatore Capone, nominato dalla sua conterranea Teresa Bellanova come consulente al ministero delle Politiche agricole. “L’incarico, da 36mila euro era scaduto lo scorso febbraio…”.

Alessio De Giorgi, da sempre vicino a Renzi, da “social media manager di Matteo Renzi”, per 80 mila euro è diventato consigliere del ministro.

Pierdomenico Martino è il consulente della comunicazione del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Martino è giornalista parlamentare e Caporedattore del quotidiano Europa, ha ricoperto il ruolo di capo Ufficio Stampa del Partito Democratico. Eletto alla Camera nel 2008 e nel 2013 con il Pd, passa prima ad Articolo 1 e poi a Liberi e uguali senza essere eletto. Così il 1º ottobre 2019 arriva l’incarico di Franceschini.

Rocco Casalino riveste il “ruolo di portavoce e capo ufficio stampa di Giuseppe Conte, percepisce uno stipendio lordo di poco superiore ai 169 mila euro”.

Casalino porta a casa quasi 170mila euro, il doppio del premier Conte. I costi di Palazzo Chigi

Enzo Moavero Milanesi a Luigi Di Maio è costato un ingrossamento dello staff del ministro con un “peso sulle casse superiore ai 740mila euro”. All’interno troviamo “fedelissimi del leader dei 5 Stelle”. A cominciare da “Pietro Dettori – consigliere del ministro degli Esteri per la cura delle relazioni con le forze politiche inerenti le attività istituzionali – ruolo che gli vale 120 mila euro; per finire con Carmine America: ex compagno di scuola a Pomigliano d’Arco”.

Dario De Falco è un altro “amico di Giggino dai tempi del liceo classico linbriani, diventato oggi ‘consigliere per le questioni istituzionali’ con una retribuzione da 100 mila euro”.

Davide Di Noi va a curare la comunicazione della sottosegretaria Anna Ascani. Di Noi è stato da poco nominato responsabile del dipartimento Cultura del Pd.  

Di admin

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