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La nuova immagine della nostra terra

E chi l’avrebbe mai detto che in un paio d’ore, giusto il tempo di battere una notizia e farla girare su internet, avremmo cambiato l’immagine dell’Abruzzo? Queste sono soddisfazioni. La regione verde d’Europa dove passeggia e risiede il neutrino più veloce del mondo, la terra dei parchi, del forte e gentile e dell’arrosticino, in un attimo si trasforma nella regione della raccomandazione. Insomma è bastato che Valerio Di Bussolo, responsabile relazioni esterne di Ikea Italia, dicesse che qualche politico abruzzese si è cimentato nella segnalazione di qualche suo fido amico-compagno-elettore e subito si è scatenato l’inferno. E’ caccia grossa in Abruzzo per rintracciare i “fenomeni” ma soprattutto il “fenomeno” della segnalazione. Pare infatti che un politico di forte rilevanza regionale sia stato braccato da uno dei suoi più stretti collaboratori e abbia fatto il nome nella ristretta cerchia di amici. Al momento no se ne sa di più. Intanto la cosa che ci scandalizza è che amici, parenti, lettori e cittadini si scandalizzano: anche perchè se potessimo parlare avendo una schiera di avvocati che ci difendono nelle sedi appropriate, molto probabilmente, più della metà tra amici e conoscenti che gridano “vendetta” sul caso Ikea, ci querelerebbero. Ognuno ha il suo santo protettore diciamocelo: per zone, per provincia ma anche per quartiere. Quindi ai nostri amici: per favore abbassate la voce. La cosa interessante invece è che politici nostrani teorizzano la raccomandazione ma solo in determinati casi; se ci sono 30000 persone che fanno domanda in una grossa azienda per 250 posti disponibili la raccomandazione del politico è un reato. Se però lo stesso politico raccomanda ad un privato il suo raccomandato allora la raccomandazione non è reato. Scusate il gioco di parole assolutamente voluto ma noi non capiamo. Comunque lo sappiamo che l’Abruzzo mai come adesso soffre la crisi e quindi molti vanno alla ricerca di un posto di lavoro sfruttando tutte le strade a disposizione e ci mancherebbe altro. Ma dove dovrebbe finire questo modello, come dire, italiano di cercare lavoro? Magari di fronte ad un’azienda che fa della qualità e del merito la sua caratteristica principale e che magari non sposa la tesi di quattro “imprenditorucci” casarecci che sostengono la tesi del “tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile”. Riproporre il merito, la passione, il talento, queste sono le priorità nel campo lavorativo ma anche, se ci permettete, nella vita. Dal nostro piccolo “pensatoio” osiamo fare ad ikea una piccola richiesta: di rendere pubblico al più presto il nome o i nomi dei politici abruzzesi che hanno premuto per delle assunzioni “ad personam” ma nello stesso tempo anche rendere pubblici nomi dei politici che hanno hanno autorizzato lo sbancamento di una collina intera per la costruzione del loro punto vendita. Per prendere in prestito il concetto dell’Onorevole Carlo Costantini dell’Italia dei valori, che non vede reato nelle segnalazioni di nomi ad aziende private eccetto però per ikea, non che ci sia reato per aver sbancato una collina ma a noi piacerebbe sapere chi ha autorizzato tutto ciò. Per il resto siamo contenti che una multinazionale come ikea abbia deciso di investire in regione, soprattutto perchè ci siamo fatti conoscere per quello che siamo: oltre che popolo dell’arrosticino anche un popolo di raccomandati!

 

di Antonio Del Furbo

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