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Andrea Colletti, deputato grillino eletto in Abruzzo, nell’intervento alla Camera sul decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, sulle misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria, ha definito tale decreto “Salva-Mafiosi”.

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Andrea Colletti, deputato grillino eletto in Abruzzo, nell’intervento alla Camera sul decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, sulle misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria, ha definito tale decreto “Salva-Mafiosi”.

La Camera, dopo la discussione, ha rinviato il provvedimento in Commissione Giustizia. Alla ripresa dei lavori, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull’approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del provvedimento nel testo della Commissione approvato oggi. Il voto di fiducia avrà luogo oggi.

L’INTERVENTO DI COLLETTI

“Signor Presidente, potremmo parlare molto ed ore di questo decreto-legge perché questo decreto-vergogna in realtà debba essere solo cancellato anche dal ricordo di quest’Aula – ha dichiarato Colletti – . Potremmo nominare la vicenda dei braccialetti elettronici ovvero il regalo da più di 100 milioni di euro che è stato fatto in tutti questi anni alla Telecom Italia, proroga di un contratto sottoscritto illegalmente dall’attuale Ministro della giustizia, Ministro Cancellieri, a favore di una società dove, guarda caso, qualche settimana dopo, ha preso lavoro il figlio, come dirigente ben remunerato dalla Telecom Italia”. Per Colletti la cosa più grave “è ciò che è previsto nell’articolo 4 di questo decreto-legge ovvero un indulto mascherato. Quest’Aula ha già votato l’indulto nel 2006, un indulto che, come la realtà dei fatti ha confermato, a nulla è servito per risolvere l’emergenza carceraria”. Per il deputato a 5 Stelle il provvedimento “è molto peggio di un indulto, è più subdolo perché si applica ai reati più gravi e orrendi previsti dall’ordinamento penale”. Cita Conso, Colletti, quando “non rinnovò 334 proroghe del 41-bis, negli anni Novanta, sulla detenzione dei mafiosi”. Per Colletti il “Governo è andato oltre quel provvedimento di Conso perché prevede uno sconto del 40 per cento per ogni anno di carcere anche per i mafiosi, per i camorristi, per gli ’ndranghetisti. Questo è un Governo che, con questo testo, dovrebbe essere denunciato per favoreggiamento della mafia. Poi l’affondo finale:”Era palese il silenzio delle istituzioni, il silenzio del presidente della corte d’appello di Palermo, il silenzio della Presidente della Camera, il silenzio del Presidente del Senato, il silenzio del Presidente della Repubblica alle vergognose minacce fatte al giudice Di Matteo da Riina e dai suoi accoliti mafiosi, sonoro silenzio, un silenzio che faceva un immenso rumore purtroppo. Ed è indecente che questo Stato, come già accaduto nel Novanta, invece di tutelare i propri magistrati, li mette in un angolo perché essi possano morire in silenzio”.

ZdO


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