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L’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, è stato assolto con formula piena dal gup del tribunale dell’Aquila, Italo Radoccia, che lo ha giudicato con il rito abbreviato. Il pm Antonietta Picardi aveva chiesto la condanna a tre anni e 5 mesi di reclusione. La sua candidatura alla Regione è certa.

L’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, è stato assolto con formula piena dal gup del tribunale dell’Aquila, Italo Radoccia, che lo ha giudicato con il rito abbreviato. Il pm Antonietta Picardi aveva chiesto la condanna a tre anni e 5 mesi di reclusione. La sua candidatura alla Regione è certa.

D’Alfonso era imputato nell’inchiesta ‘Caligola’ che riguardavano presunte assunzioni clientelari e appalti pilotati nella Regione Abruzzo che due anni fa culminò con sette arresti. Rimangono quattro indagati tra i quali il vice presidente della Regione Alfredo Castiglione. Gli imputati, a vario titolo, sono accusati di aver affidato commesse pubbliche in cambio di contropartite economiche che consistevano in contratti di consulenza e assunzioni clientelari. Questo è, sempre secondo la tesi dell’accusa, il cuore dell’inchiesta che si è concentrata, in particolare, sull’aggiudicazione fraudolenta in favore della società Ecosfera di una gara pubblica per l’affidamento in appalto del servizio di valutazione in itinere del programma di cooperazione transfrontaliera Ipa Adriatico 2007-2013. A D’Alfonso veniva contestato di aver fatto pressioni in modo che fosse attribuito un contratto di consulenza nella società Ecosfera di Roma all’ex assessore comunale di Pescara Massimo Luciani (non indagato). In cambio, secondo la tesi del pm e della Squadra Mobile di Pescara, la società Ecosfera di cui era consulente Lamberto Quarta, ex braccio destro dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco, avrebbe ottenuto la realizzazione di un progetto di consulenza del piano regolatore del porto. I reati nei confronti degli altri imputati sono pesanti e si va dall’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione oltre alla soppressione di atti e rivelazioni di segreto di ufficio.

IL PROCESSO D’APPELLO ‘HOUSEWORK’

Luciano D’Alfonso si è detto pronto, da domani, a ripartire per l’Abruzzo “per ascoltare, parlare e proporre”. Lo farà con il suo tir che, al momento, non sappiamo ancora chi glielo paga. Forse la zia.

Ora rimane l’ultimo scoglio da superare, il processo d’appello dell’Aquila per l’inchiesta ‘Housework’. Poco più di un mese fa dedeicammo all’argomento un articolo: “Aca: Big Luciano sponsorizza il marito del magistrato che dovrà giudicarlo“. Massimiliano Papa, uomo di fiducia dell’ex primo cittadino di Pescara, era stato proposto all’epoca per la guida dell’Aca, poi finita in mano a Vincenzo Baldassarre, uomo voluto dal centro-destra. Papa è coniuge di Fabrizia Francabandera, presidente della sezione penale della Corte d’appello dell’Aquila. Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, si chiese:“il marito di un magistrato della Corte d’appello dell’Aquila non è incompatibile con questo ruolo?”.
 
La cosa sicura è che, probabilmente, anche in questo caso D’Alfonso verrà assolto.

ZdO
 

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