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La decisione del Tar era nell’aria. Quelli che seguono da tempo la questione Stamina avevano già intuito che un tribunale non può togliere a persone in fin di vita la speranza. La politica sì. Quella che è stata per secoli la massima espressione di rappresentanza della persona e grazie al quale il mondo è progredito, ora è in mano a lobby, club e a ministri compiacenti.

La decisione del Tar era nell’aria. Quelli che seguono da tempo la questione Stamina avevano già intuito che un tribunale non può togliere a persone in fin di vita la speranza. La politica sì. Quella che è stata per secoli la massima espressione di rappresentanza della persona e grazie al quale il mondo è progredito, ora è in mano a lobby, club e a ministri compiacenti. Chi pensa e continua a pensare che Beatrice Lorenzin è “il nemico da abbattere” per affermare la libertà di cura continua a sbagliare. E di grosso. Lorenzin non è altro che una signora messa lì dal defunto Pdl perché, a quel partito di defunti, serviva qualcuno completamente inesperto da elevare a ministro della Salute. Il caso ha voluto che la Lorenzin fosse amica di tale Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria nonché moglie dell’amico di partito Maurizio Sacconi. Aggiungiamo che, sempre la signora Lorenzin, è stata messa a fare il ministro da un tale Enrico Letta, presidente del Consiglio dei Ministri, che gira tra vari club privati. Letta ha più volte partecipato alle riunioni del “Bilderberg” ed è stato l’ispiratore della Fondazione “Vedrò” di cui è attualmente tesoriere Riccardo Capecchi, strettissimo collaboratore del premier. Vogliamo dire anche che alcuni fondi di “sussistenza” arrivano da società del gioco d’azzardo? Diciamolo. Lo abbiamo appena detto. Vogliamo ricordare anche che sono state effettuate perquisizioni dalla Guardia di Finanza nelle stanze romane di ‘VeDrò per l’acquisizione di documentazione su alcune sponsorizzazioni ricevute dal “Consorzio Venezia Nuova”? Ricordiamolo. E vogliamo dare i nomi e cognomi di giornalisti “associati” nella sua Vedrò? Certo. Spiegassero i diretti interessati e cioè Lirio Abbate, Marco Alfieri, Lelio Alfonso, Adriano Bacconi, Jacopo Barigazzi, Nicola Barone, Daniele Bellasio, Mario Calabresi, Barbara Carfagna, Mia Ceran, Luigi Coldagelli, Giuseppe Cruciani, Federica De Denaro, Fede e Tinto, Filippo Facci, Stefano Feltri, Jordan Foresi, Oscar Giannino, Paolo Giordano, Lucia Goracci, Eric Jozsef, Tommaso Labate, Franco Lauro, Massimo Leoni, Curzio Maltese, Stefano Menichini, Myrta Merlino, Pierluigi Pardo, David Parenzo, Antonello Piroso, Vicsia Portel, Andrea Purgatori, Francesco Specchia, Gaia Tortora, Benedetto Valentino, Andrea Vianello e Nathania Zevi cosa ci fanno nelle liste della Fondazione. E se fosse tutto un giro d’interessi? Chissà. Certo è che noi dovremmo capire molte cose in più rispetto al popolo di Stamina. Molto presto i malati potranno curarsi col metodo del professor Vannoni e il movimento sparirà. Giustamente. E noi saremo qui a contare le nostre querele da quei poteri forti, li stessi, che hanno tentato di affossare Stamina. Abbiamo bisogno di capire il metodo con cui i governanti ci prendono in giro per poi affrontare le prossime battaglie rielaborando una strategia personale. Siamo in grado di dire che quando la signora Elena Cattaneo afferma:”Non si dica che il Tar del Lazio ha dato ragione a Stamina, perché non è vero” siamo sereni nell’affermare che a certa gente non interessa il bene della comunità ma il bene di se stesso. Il dottor Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation, ha detto: “Sono abituato che vincono sempre i cattivi, sono quasi meravigliato, spero di non svegliarmi da questo sogno. I giudici ogni tanto fanno dei miracoli in questa Italia disastrata”. Vale la pena, dottor Andolina, di lottare insieme a quei pochi buoni. Sempre.


Antonio Del Furbo

 

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