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È provato il sindaco di Chieti che in mattinata ha ricevuto gli uomini della Polizia giudiziaria nell’ambito di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di L’Aquila.

“Questa mattina sono stato raggiunto da un decreto di perquisizione e contestuale sequestro nell’ambito di un procedimento penale” scrive sulla pagina Facebook. “Nel corso della perquisizione effettuata presso il mio domicilio e presso l’ ufficio del Comune” scrive Di Primio “ho messo a disposizione degli agenti di Polizia giudiziaria tutto quanto era in mio possessosia in termini di documenti che di supporti informatici.” E aggiunge:”Pur se per professione sono abituato a vivere situazioni come quella capitatami questa mattinanon posso negare il dispiacere nel vedermi tirato dentro una indagine le cui circostanze, in parte non conosco assolutamente, mentre per le altre, quelle che mi riguarderebbero, mi vedono assolutamente sereno perché convinto di aver fatto tutto nel massimo della regolarità e della trasparenza senza aver creato vantaggio per alcuno, né aver ottenuto alcunché.”

Quindi un finale che lascia un amaro in bocca:”Al di là dell’amarezza personale, perché coinvolto in questioni per le quali, ripeto, o sono totalmente estraneo o comunque ho certezza di non aver fatto nulla che valicasse il limite della legittimità, il primo pensiero va alla mia famiglia e alle tante persone che credono in me che, inevitabilmente, loro malgrado, saranno toccate da questa vicenda.”

Il fascicolo d’indagine riguardante il primo cittadino di Chieti non ha nulla a che vedere con l’altra che, sempre in mattinata, ha portato a cinque misure cautelari. L’unico punto d’incontro tra i due filoni è Enzo Perilli il quale, secondo l’accusa, avrebbe corrotto Di Primio per la realizzazione di Megalò attraverso la società Akka promettendogli utilità economiche per la realizzazione del progetto.

Sulla pagina di Umberto Di Primio tanti gli attestati di solidarietà e di stima:”Solidarietà Umberto scrive Mario – . Certo della tua condotta irreprensibile che sarà chiarita nei tempi e luoghi a ciò deputati.”Le indagini si fanno ogni 5 anni” scrive un altro amico del sindaco – solo dove sono in arrivo elezioni. Tranquillo, ne uscirai pulito tra 5-6 anni dopo aver perso la possibilità di candidarti e vincere ancora.” E ancora:”A pochi mesi dalle elezioni c’era da aspettarselo. Quello che non riescono ad ottenere democraticamente lo vogliono con l’inganno. Ti sono vicino.” Qualcuno è convinto che:”Viviamo nell’epoca in cui il processo penale è’ ormai ridotto ad una forma di reality. Tutta la mia vicinanza a lei ed alla sua famiglia”.

E il reality, forse, ha interrotto la democrazia.

Antonio Del Furbo

 

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