Ita-Alitalia: altri 55 milioni dalla Ue
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L’ennesimo aiuto di Stato ad Alitalia sta per arrivare. E, contemporaneamente, anche la condanna da Bruxelles sugli aiuti di Stato alla compagnia di bandiera per 1,3 miliardi di euro concessi a partire dal 2017. Ita-Alitalia.

Parola d’ordine dalla Ue: discontinuità

La condanna della Ue potrà essere ridimensionata solo se l’Italia dimostrerà di aver agito con “discontinuità” rispetto al passato, ovvero con un piano industriale slegato dalle vecchie logiche e capace di generare profitti chiudendo rotte in costante perdita. Ma se la discontinuità non venisse provata con i fatti, allora il destino della newco – Ita-Alitalia – sarebbe segnato e destinato al fallimento.

Intanto, entro la prossima settimana dovrebbe arrivare il via libera Ue agli attesi 55 milioni di compensazioni concesse per attutire gli effetti della pandemia. Il che significa stipendi pagati a fine mese senza ritardi. Il secondo vertice Roma-Bruxelles tra la commissaria Vestager e i ministri Franco, Giorgetti e Giovannini ha anche messo in atto il programma di rinascita del vettore.

Punti da chiarire

Restano ancora diversi punti da chiarire anche se il confronto in videoconferenza, al quale ne seguiranno a breve altri, è stato “costruttivo”, come spiega la portavoce di Margrethe Vestager. “

“Sebbene una gara d’appalto pubblica, aperta, trasparente, incondizionata e non discriminatoria sia il modo migliore per stabilire un prezzo di mercato, essa non è un presupposto assoluto per garantire la discontinuità economica“, ha risposto a un’interrogazione Vestager.

Nodi da sciogliere

Dato per scontato il via libera alla cessione diretta della parte “volo” a Ita, restano da sciogliere altri nodi. Il primo: ridurre o azzerare le rotte in perdita. Il secondo riguarda manutenzione e handling: Ita-Alitalia potrà siglare dei contratti con entrambe ma una volta aperta la procedura di gara per la cessione dei due asset, la newco non potrà detenere la maggioranza di queste aziende.

Altro punto delicato da affrontare al tavolo è la questione relativa agli slot di decollo e atterraggio oggi nella disponibilità di Alitalia. Nella nuova quest’ultima dovrà cederne diversi ai concorrenti. Ma il nodo centrale del dialogo Italia-Europa resta la cessione del brand: attorno alla questione del nome Alitalia ruota la “discontinuità”.

Roma chiede che marchio e attività di volo non siano separate mentre Bruxelles preme per un taglio netto col passato.

Il dialogo continua mentre Giovannini auspica un accordo tra Ferrovie dello Stato e Alitalia. Fs ha stilato un piano dettagliato con rotte aeree da chiudere e integrazione con l’alta velocità. Ad esempio, Roma Fiumicino, Orio al Serio e Venezia avranno binari destinati ad accogliere le Frecce entro il 2024 mentre i treni (non più gli aerei) collegheranno Genova, Pisa, Firenze e Napoli con l’hub di Roma.

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