Legami tra lockdown e spesa in gioco? Fake news
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Ecco un recente studio che smonta le illazioni circolate nei mesi scorsi: non c’è correlazione tra quarantena e spesa online.

Tutto quello che sapevamo sulle correlazioni tra lockdown e spesa media nel gioco era sbagliato. Lo afferma uno studio reso pubblico durante la Conferenza internazionale della European Association for the Study of Gambling (EASG), associazione che ha come obiettivo quello di stimolare il dialogo sul mondo del gambling, parlando di problematiche ma anche di virtù e punti di pregio. 

“Una notizia che mette in discussione stereotipi e luoghi comuni – commentano da Bonus Ricchi – e che da maggiore forza all’operato del settore”.

Secondo Mark Griffiths, Chartered Psychologist and Distinguished Professor of Behavioural Addiction alla Nottingham Trent University, la diminuzione del gioco d’azzardo a livello complessivo potrebbe essere dovuta a una serie di fattori: “Il fatto che le persone hanno meno soldi per giocare perché il loro potenziale di guadagno professionale è stato inferiore durante la pandemia, il fatto che le persone non vogliono giocare di fronte ai loro familiari o che trascorrono più tempo dedicandosi a altre attività come passare “tempo di qualità” con le loro famiglie o avere finalmente il tempo di fare lavori in casa e in giardino”. 

Lo studio ha il merito di essere il primo a scandagliare nel profondo un grande interrogativo: le scommesse aumentano o diminuiscono tra i giocatori durante le quarantene?

Se si confrontano i dati di gioco online prima e durante la pandemia da COVID-19, si nota chiaramente che il numero attivo giornaliero di scommettitori sportivi e l’importo scommesso sugli sport sono diminuiti a partire dall’istituzione del lockdown. Altro dato da non sottovalutare è quello che mostra come un’ampia percentuale del campione di scommettitori sportivi ha giocato anche a giochi da casinò online prima del COVID-19, il che significa che più del 70% degli scommettitori erano anche giocatori di casinò online durante questo periodo.

L’indagine si è svolta prima sulla classificazione degli scommettitori sportivi in ​​base al numero di settimane con almeno una scommessa.

Per essere definiti “scommettitori sportivi regolari”, i giocatori dovevano aver scommesso in almeno 5 delle 10 possibili settimane di calendario prima del 7 marzo. Si è notato che in tutti i gruppi, la percentuale di scommettitori sportivi che ha giocato ai giochi da casinò online è stata molto inferiore dopo il 7 marzo rispetto a prima del 7 marzo. La conclusione lampante è che non solo i giocatori hanno scommesso meno sugli sport, anche perché molti sono stati annullati, ma hanno anche scommesso meno sui giochi da casinò online. Nessun travaso quindi del denaro speso nelle scommesse sportive al casinò online. Le fake news, è proprio il caso di dirlo, non finiscono mai. 

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