Lockdown: il governo deve desecretare gli atti antecedenti al 9 marzo perché "Le causali delle morti sono riconducibili a febbraio"
Spread the love

“Tutti questi morti sono la conseguenza del contagio che si è moltiplicato fino all’eccesso in tutto il mese di febbraio”. Ad affermarlo è l’avvocato Carlo Taormina che da tempo conduce una battaglia legale contro il governo di Giuseppe Conte riguardo le azioni intraprese per il periodo di lockdown.

“Arrivano le carte successive al 9 marzo e tutti pensano che si trattino dei documenti più importanti relativamente ai decessi che si sono verificati e invece le cose stanno diversamente. Le causali delle morti – prosegue Taormina – sono tutte da ricondurre al mese di febbraio del 2020″. Il mese, dunque, in cui il contagio ha avuto il massimo sviluppo tanto che il 9 marzo è stato annunciato il lockdown.

Le dichiarazioni dell’avvocato Taormina giungono contestualmente alla desecretazione parziale dei documenti del Comitato tecnico scientifico.

Emergenza Covid: i verbali del Comitato Tecnico Scientifico e le decisioni -autonome- di Conte

Il governo non ha fatto una bella figura su questa vicenda. Prima i verbali secretati. Poi la finta desecretazione. Successivamente si scopre che mancano gli atti più importanti. Si scopre, quindi, che il Conte-bis ignorò a marzo scorso le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico di istituire la zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro. Fatti gravi a cui l’esecutivo cerca -in queste ore- di mettere una toppa. E di cui non si sarebbe saputo nulla se alcuni avvocati -tra cui Taormina- non avessero inchiodato legalmente Conte alle proprie responsabilità.

E poi ci sono gli avvocati Rocco Mauro Todero, Vincenzo Palumbo e Andrea Pruiti Ciarello, che si sono visti respingere l’accesso agli atti dal Dipartimento della Protezione civile. A quel punto i professionisti hanno presentato ricorso al Tar e lo hanno vinto. Il Tribunale ha dato loro ragione e ha ordinato piena trasparenza sui verbali del Cts. Le valutazioni degli esperti, su cui Conte ha basato le sue decisioni, non sono dati sensibili.

E in quest’ottica si aggiunge la denuncia di Taormina che precisa: “Il problema centrale di questa vicenda è che in quei mesi, dopo il 31 di gennaio, quando fu dichiarato lo stato di emergenza per motivi sanitari, era il momento in cui bisognava chiudere perché si stava sviluppando il contagio”. E, infine, Taormina chiede: “rispetto a quello che stava accadendo chi ha detto al governo di non fare nulla? L’Istituto superiore della sanità è l’unico organo pubblico che deve dire al governo cosa fare. Conte ha ricevuto indicazioni dall’Iss oppure ha fatto di testa propria per il lockdown?” 

Insomma la discussione va fatta su quei giorni e non dal 9 marzo in poi. 




 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia