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La marineria di Pescara esasperata per il mancato dragaggio del fiume blocca il capoluogo adriatico. Attimi di tensione fuori e dentro il palazzo comunale

Non è stata una mattinata facile quella di venerdì per il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi. Mentre siglava l’Accordo di Programma relativo alla riqualificazione delle aree Ex Cofa tra Regione, Provincia e Comune di Pescara e la locale Camera di Commercio, davanti al Palazzo Comunale si respirava una brutta aria. 

POLIZIA IN ASSETTO ANTISOMMOSSA

Armatori, pescatori e operatori dello scalo, tra fischi, slogan, cartelli di protesta e campanacci, hanno chiesto  risposte alle istituzioni considerato che non ancora percepiscono tutte le indennita’ della cassa integrazione per il 2012. La piazza e’ stata bloccata al traffico e la marineria ha atteso di avere risposte dai rappresentanti delle istituzioni. I politici sono «il cancro da estirpare” hanno scritto su uno degli striscioni. Mimmo Grosso, in rappresentanza dell’Associazione Armatori Pescara, ha chiesto al presidente della Provincia Guerino Testa, sceso in piazza, di attivarsi con la Caripe per anticipare la cassa integrazione guadagni, considerate le enormi difficolta’ delle famiglie ad andare avanti. «Ci sentiamo presi in giro, considerati i ritardi del dragaggio promosso dal ministero ai Trasporti, e siamo pronti a gesti eclatanti» hanno ribadito. «Oggi qualcuno è pronto a cospargersi di benzina». 

ATTIMI DI TENSIONE CONE PETARDI E FUMOGENI

Fumogeni e petardi in piazza Italia per far sentire la propria voce, mentre tutto attorno il traffico e’ bloccato. A Testa sono stati ricordati tutti i problemi di chi lavora in mare: barche tirate a secco da mesi con danni ingenti, cassa integrazione non percepita se non per duemila euro a ciascuno per tutto il 2012, bollette e tasse comunque da pagare, fondi annunciati dal Governo (tre milioni di euro) che non arriveranno per adesso. «Voglio risolvere il problema» ha dichiarato Testa e «ho gia’ trasmesso alla Caripe i dati dei beneficiari della Cassa integrazione per gli ultimi tre mesi del 2012 e i primi due del 2013». La marineria, le cui 60 barche sono “da rottamare”, chiede di «tornare a lavorare alla fine di marzo» anche perche’ «a luglio ci dobbiamo fermare di nuovo, per il fermo pesca» – hanno detto a Testa.

FIUME PESCARA COME AUSCHWITZ

Secondo la marineria «Il fiume Pescara è come Auschwitz», hanno scritto su uno striscione, e «se la politica non e’ capace di risolvere questa situazione ci andiamo a chiudere al carcere di San Donato, tanto a casa non possiamo mangiare» hanno urlato in piazza chiedendo di incontrare il presidente della Regione Gianni Chiodi e il sindaco Luigi Albore Mascia.

TRAFFICO IN TILT 

Traffico in tilt intorno alle 11.30 perché i manifestanti non hanno voluto attendere l’incontro con il presidente della Regione Giovanni Chiodi e da piazza Italia si sono spostati su corso Vittorio Emanuele. Diversi esponenti di armatori e pescatori hanno bloccato il traffico nella principale arteria della citta’. Fermi anche i bus con i passeggeri costretti a scendere visto il black out. 

CHIODI VUOLE RICEVERE LA DELEGAZIONE MA I RAPPRESENTANTI NON ACCETTANO

Il presidente avrebbe voluto ricevere una delegazione per capire meglio le richieste dei lavoratori ma i delegati si sono dichiarati in disaccordo con la richiesta. Gianni Chiodi, nella sala Giunta per la questione Ex-Cofa, si è poi spostato nella sala Consiliare accettando la richiesta dei pescatori.

GOVERNATORE VISIBILMENTE TESO

Probabilemte Chiodi aveva timore d’incontrare la marineria per possibili aggressioni. Il presidente, apparso visibilmente scosso ai nostri occhi, ha nonostante tutto, raggiunto la sala. 

Durante l’incontro con i rappresentanti della marineria pescarese, il vertice politico della Regione, ha contattato il management della Cassa di Risparmio di Pescara. La Caripe ha assicurato che «lunedì affronterà la questione e si adopererà per cercare di sbloccare i cosiddetti anticipi sociali». 

L’istituto di credito dovrebbe procedere all’erogazione anticipata di cinque mesi di cassa integrazione: ottobre, novembre e dicembre 2012 e gennaio e febbraio 2013. La cifra è di circa 500 mila euro. Il capo dell’Esecutivo regionale si è impegnato con la marineria «a compiere ogni sforzo possibile per la positiva soluzione della vicenda facendo anche pressione sull’Inps affinchè acceleri al massimo le procedure burocratiche per la concessione della cassa integrazione che riguardano circa 160 operatori della pesca e le loro rispettive famiglie».

IL SINDACO DI PESCARA ACCUSA ZONE D’OMBRA TV:«VOI SIETE ABILI NEL MONTARE LA POLEMICA E CAVALCARE L’ANTIPOLITICA»

Il sindaco di Pescara Albore Mascia ci ha accusato di essere tendenziosi e abili nell’estrepolare immagini e concetti non corrispondenti alla realtà dei fatti. 

I FATTI

La nostra troupe stava seguendo la manifestazione della marineria dalla mattina e, arrivati in Comune, l’operatore faceva la spola tra la sala Consiliare a quella della Giunta, per raccontare ciò che stava accadendo durante la conferenza per l’Accordo Ex-Cofa. Ad un certo punto è stato inquadrato Chiodi che parlava con Federica Chiavaroli e in quel momento il sindaco si avvicina all’operatore chiedendogli chi fosse. Educatamente si presenta ma Mascia improvvisa un discorso del tutto fantasioso, accusando il cameraman di stare lì a rubare immagini e parole per il solo scopo di comunicare alla gente che i politici sono tutti uguali. Inutile aver fatto notare a Mascia che non c’erano microfoni puntati o nascosti e che la troupe stava a circa quattro metri dal governatore. 

AL SINDACO MASCIA CONSIGLIAMO DI AVERE PIÙ RISPETTO PER I PROFESSIONISTI

Caro Sindaco, noi non siamo giornalisti quindi la invitiamo ad essere più rispettoso nei nostri confronti. Ci teniamo a sottolineare la nostra indipendenza e la nostra professionalità in un momento storico dove pare non esistere più, parlo della gran parte di giornalisti e editori, un briciolo di orgoglio e dignità. Noi ci siamo inventati un lavoro e abbiamo realizzato un sogno senza l’aiuto di nessuno. Certo, abbiamo persone che credono in ciò che facciamo e contribuiscono al progetto in maniera del tutto disinteressata. Abbiamo un valore da presentare al mercato e su questo valore gli sponsor ci pagano. Punto. Sentire dirci da lei che cavalchiamo l’antipolitica non ci sembra rispettoso sia per il ruolo che lei ricopre ma anche e soprattutto nei nostri confronti. Se ha qualcosa da dirci può tranquillamente comunicarcelo in maniera anche dura ma con argomenti. Ci dispiace dirle che non siamo collocabili in nessun schieramento politico e non “accettiamo caramelle dagli sconosciuti”. Non siamo blogger o giornalisti che un giorno andranno a riempire liste elettorali di sinistra o di destra: non ci interessa. Noi vogliamo fare il nostro lavoro per guadagnarci da vivere in maniera onesta e senza inginocchiarci e leccare i piedi ai vari Pierangeli, Spatocco, Lanetta, D’Alonzo, Campitelli e Di Francesco per un posto in tv. Non andiamo a cene pre-natalizie con senatori di destra o segretari di partito regionale. Ecco quindi che, e arrivo al dunque, la sua teoria sulla nostra testata (blogger) è completamente fuori luogo. Abbia più rispetto per chi scrive su questo blog. Abbia più rispetto per chi progetta questo blog. Abbia più rispetto per chi cerca pubblicità e fondi per questo blog. Abbia più rispetto per chi paga le tasse per questa attività senza andare a chiedere nulla allo Stato. Noi diamo spazio a tutti e rispettiamo tutti: ma vogliamo dire la nostra sempre e comunque.

 

di Antonio Del Furbo

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