Mario Pittoni, l'uomo con la terza media che la Lega e M5S misero a capo della Commissione Istruzione
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In questi giorni, le opposizioni soprattutto, si strappano le vesti intorno al caso che ha coinvolto Sergio Battelli, che con la terza media è stato messo alle Commissioni cultura e Affari europei. Non tutti ricordano, forse, che anche il Carroccio nominò un suo senatore a capo della Commissione Istruzione al Senato.

La famiglia di professori

Lui, Mario Pittoni, era l’uomo che avrebbe dovuto vigilare, nel primo governo Conte (Lega-M5S) su abbandono, formazione e precariato. Ma per lui non era un problema: “Ho un padre insegnante e un fratello professore, quindi ho sempre respirato scuola e per questo sono preparatissimo. Non mi sono diplomato per ribellione”. Insomma, il curriculum lo fa anche l’aria che si respira. Il fatto è che per la Lega Pittoni ha scritto, nel 2018, un programma che doveva rivoluzionare la scuola italiana.  

Il Curriculum

Nel suo Cv ci sono poche voci: addetto stampa di Edi Orioli, campione della Parigi-Dakar e direttore responsabile di una rivista di annunci. Poi “nel 1991 ha creato Lega Nord Flash, opuscolo d’informazione di carattere nazionale”. Tra le capacità e le competenze personali annovera “Senatore della repubblica nella XVI legislazione. Capogruppo Lega Nord in commissione istruzione”. Alla voce “patente o patenti” ha inserito “X auto e moto”. La “X” in questo caso dovrebbe essere la traduzione di “per”. A “tipo di istruzione o formazione” il senatore ha scritto “iscrizione albo dei giornalisti pubblicisti dal 1981”.

Il programma per la scuola

La grande rivoluzione nella scuola di Pittoni arrivò con l’annuncio del 14 marzo 2018, in tandem con Matteo Salvini in una conferenza a Strasburgo. Si teorizzò l’unificazione del ciclo di studi di elementari e medie, il ritorno al “professore prevalente” che insegnerà le materie principali, seguendo gli alunni per tutto il percorso. Poi l’obiettivo di riavvicinare i docenti al proprio territorio e concorsi su base regionale, via alla chiamata diretta e infine ripristino del “valore educativo delle bocciature”.

La filosofia

“Quando, come nel mio caso, a spingerti è un’infinita passione, sei portato a studiare e approfondire ben più di quanto normalmente chiesto agli studenti. Di conseguenza sei facilitato nel trovare soluzioni” rivelò Pittoni a L’Espresso.

E grazie a questo filosofia di vita, Pittoni ne ha fatta di strada.

Eletto nel 2008 diviene membro del Gruppo di collaborazione Senato-UNESCO, oltre che capogruppo in diverse commissioni permanenti, occupandosi di istruzione, università e ricerca, politiche dell’Unione Europea e di Vigilanza Rai.

Nel 2013 viene è candidato alla Camera ma non viene eletto. Niente paura, il partito lo riempie di incarichi: diventa responsabile federale per l’Istruzione del Carroccio e presidente della Lega Nord Friuli-Venezia Giulia.

Nel 2018 è eletto senatore e la Lega gli affida la presidenza della 7ª Commissione permanente al Senato (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport). È il promotore del programma di riforma del reclutamento dei docenti e del personale amministrativo. Nell’ambito della riforma universitaria, sostiene l’introduzione di un sistema di finanziamento che, ispirato ai meccanismi del federalismo fiscale, progressivamente abbandonasse la spesa “storica” a favore di criteri basati sulla premialità per la qualità dei risultati ottenuti nelle attività didattiche e di ricerca e sul costo standard per studente.

Pittoni-Battelli

Il percorso di Pittoni assomiglia molto a quello di Battelli: entrambi nella 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) e 14ª Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea).

I casi della vita. E della politica.

Sergio Battelli, dalla terza media -e con un cv inesistente- alle Commissioni cultura e Affari europei

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