Moby ha pagato la Beppe Grillo Srl per due anni. Il corrispettivo annuo è di 120mila euro. Ma non solo Grillo. La compagnia di navigazione italiana ha pagato anche la Casaleggio Associati per 600mila euro annui. Perché?
Il Tribunale di Milano sta esaminando il piano concordatario per il salvataggio del gruppo Moby. Prevede diverse classi di creditori con differenti gradi di recupero delle somme dovute. è quanto emerge dalla proposta di concordato preventivo in continuità redatta dagli avvocati di Gianni&Origoni e presentata al Tribunale di Milano. Il piano ha avuto l’attestazione la scorsa settimana e Il Sole 24 Ore ha avuto modo di visionare il documento. Il piano prevede la cessione della divisione
La proposta di concordato preventivo
Il piano contenente la proposta di concordato preventivo in continuità per Moby continua a fare discutere creditori e stakeholder vari della ‘balena blu’. L’attenzione è focalizzata sul capitolo “L’apporto da parte di Onorato Armatori Srl e gli altri impegni assunti per la migliore esecuzione del Piano” nel quale si legge che la società che controlla Moby, “in uno con il Dott. Achille Onorato e il Dott. Alessandro Onorato, al precipuo scopo di rafforzare la generazione dei flussi di cassa, si sono espressamente e irrevocabilmente impegnati a corrispondere in favore degli istituti di credito e degli obbligazionisti l’importo complessivo di Euro 2.000.000 a titolo di contributo esterno da parte di terzi”.
Sempre la stessa lettera d’impegno del 29 marzo 2021, chiarisce che il socio di Moby si è altresì impegnato ad adottare i seguenti presidi di governance societaria: la nomina di un chief restructuring officer con l’obiettivo di monitorare e presidiare l’esecuzione del piano industriale; la nomina di due consiglieri indipendenti all’interno del Consiglio d’Amministrazione; l’adozione di meccanismi di funzionamento del Consiglio d’amministrazione in linea con le best practice applicate dalle società quotate.
Oltre a ciò, “il Dott. Vincenzo Onorato, nella sua qualità di presidente del Consiglio d’amministrazione di Moby, si è irrevocabilmente impegnato a rinunciare ai propri emolumenti consiliari per complessivi Euro 3.000.000 in ragione d’anno, con conseguente generazione di liquidità aggiuntiva in un arco di Piano per complessivi Euro 12.000.000”. Il tutto, al netto dei costi previsti per la nomina del chief restructuring officer e dei due consiglieri indipendenti.
Gestione di Moby
Occhi puntati anche sulla “gestione di Moby nel quinquennio anteriore all’avvio del concordato preventivo“, vale a dire il periodo 2015-2019. Il periodo in questione è quella in cui la situazione all’interno della balena blu ha iniziato a peggiorare progressivamente dal punto di vista economico-finanziario. Fra i “rapporti economici e finanziari con alcuni componenti del C.d.A.” vengono menzionati “l’acquisto, da parte di Moby, dell’immobile sito nel Comune di Milano in Piazza San Babila 5 di proprietà del noto armatore intervenuto in data 26 luglio 2017 per un corrispettivo pari a 7 milioni di euro”.
Immobile che diverrà la nuova sede legale e operativa della società consentendo a quest’ultima di risparmiare ogni anno oltre 700.000 Euro. Spazio anche per “gli acconti sugli emolumenti futuri ricevuti dal Dott. Vincenzo Onorato nel quinquennio 2015-2019”. L’ultima voce riportata in questa parte del piano parla di “incerta natura di taluni trasferimenti di denaro effettuati dalla società in favore del presidente del Consiglio d’Amministrazione per complessivi Euro 232.000 circa, di cui non è stato possibile acclarare la natura sulla base delle relative schede contabili”.
Incassi retrocessi
Una grande somma riguarda il saldo dell’ammontare degli incassi non retrocessi da Moby a Cin che ammonta a circa 63,2 milioni di euro. Somma “per il quale un piano di rientro del debito netto in essere non è stato mai perfezionato”. Si legge poi di molteplici contratti di noleggio reciproco di motonavi fra Moby e Cin, nonché diversi contratti aventi ad oggetto la prestazione di servizi. “Alcuni dei quali tuttavia non risultano essere supportati, sin dal momento della loro sottoscrizione, da apposite perizie predisposte da soggetti terzi a conferma della congruità dei corrispettivi contrattualmente previsti rispetto a quelli di mercato”.
Le operazioni
C’è poi il capitolo dedicato alle “operazioni realizzate da Moby con alcune parti correlate“. In queste trova spazio la descrizione delle operazioni ‘a tre’ fra Moby, F.lli Onorato Armatori e Cin per i subnoleggi delle navi ro-ro Alf Pollak e Maria Grazia Onorato, così come per i due nuovi traghetti in costruzione in Cina.
Il piano evidenzia 8,3 milioni circa, di cui 5,1 milioni a Mascalzone Latino, “nota società operante nel settore dell’organizzazione, gestione e promozione di iniziative sportive in ambito velico interamente controllata dal Dott. Vincenzo Onorato”.
Casaleggio Associati e Beppe Grillo Srl
Si arriva infine ai “trasferimenti di denaro meritevoli di attenzione” e l’elenco parla di “versamenti in favore di Beppe Grillo Srl in relazione a un accordo avente finalità pubblicitarie per un corrispettivo annuo pari a Euro 120.000 della durata di due anni”, “in favore di Casaleggio e Associati Srl in relazione a un contratto avente lo scopo di sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimi, per un corrispettivo annuo pari a Euro 600.000 circa della durata di due anni (risolto consensualmente a decorrere dal 1 marzo 2020)”.
Figurano poi 550.000 euro “in favore del Dott. Roberto Mercuri con il quale la società ha sottoscritto contratti di consulenza per il supporto tecnico-specialistico in relazione alle attività con il Parlamento, con il Governo e con la Commissione Europea”. Mercuri è un personaggio fedele a Fabrizio Palenzona, ex vicepresidente di Unicredit e finanziere anch’egli molto vicino a Onorato che lo nominò consigliere d’amministrazione di Tirrenia Cin nel 2016.
L’elenco dei “trasferimenti di denaro meritevoli d’attenzione” si completa con complessivi 400.000 euro “in favore di partiti politici”, 2,8 milioni di euro in favore della NetJets Management Limited per contratti di noleggio di un aeromobile Falcon 2000EX, 4,5 milioni di euro per l’acquisto e la successiva ristrutturazione dell’immobile denominato Villa Lilium a Porto Cervo di circa 200 mq “utilizzato come edificio di rappresentanza nel nord della Sardegna”, per il noleggio e il conseguente riscatto di diverse autovetture di lusso per complessivi 600.000 euro circa e infine “per ulteriori liberalità concesse dalla società”, erogate in favore anche “dell’associazione spontanea ‘Marittimi per il futuro’ per Euro 10.000)”. Non passa inosservato poi “un omaggio del valore di Euro 50.000 relativo a gioielli destinati a Erika Pollak, vedova di Alf Pollak e madrina del varo della nave a quest’ultimo intitolata”.
Il documento segreto
Il documento è rimasto per molto tempo segreto. Chiuso nelle stanze del Palazzaccio di Milano, sezione fallimentare del Tribunale. Atti giudiziari blindati come non mai per riservare il contenuto delle 171 pagine all’udienza fissata per il 15 aprile prossimo. Da decidere c’è l’accettazione della proposta di concordato o il baratro del fallimento per la Moby e la Cin, l’ex Tirrenia. Dopo infinite proroghe, alla fine Onorato & company hanno depositato ai giudici del “de profundis” societario un malloppo di carte che da sole sono il copione di una serie televisiva.
Meritevoli di attenzione
Nel paragrafo riguardante “I trasferimenti di denaro meritevoli di attenzione” ci sono spese che finiscono sotto i riflettori dei giudici con una formula edulcorata ma esplicita nella sostanza. Quello che emerge dall’esame dei documenti è un vero e proprio scandalo a molti zeri. Un fiume di denaro destinato a soggetti direttamente connessi alla politica e a strutture organizzative immediatamente riconducibili a forze politiche impegnate nel governo del Paese.
Soldi senza nome
L’elenco è lunghissimo e corposo, come abbiamo riportato, sia per quanto riguarda i soldi sonanti dispensati a piene mani di qua e di là, sia per i ruoli e i legami dei soggetti che ricevono i denari.
Perché è importante Moby?
Il 24 settembre 2019 un gruppo di hedge fund detentori di un bond da 300 milioni scadenza 2023 ha presentato istanza di fallimento per insolvenza prospettica. Il 9 ottobre 2019 il tribunale fallimentare di Milano ha respinto l’istanza di fallimento, sostenendo che la compagnia ha venduto alcune tra le migliori navi per far fronte alla carenza di liquidità e consigliato il ricorso a misure minori come il concordato preventivo o la ristrutturazione del debito che è di 180 milioni solo nei confronti dello Stato italiano.