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Dopo che i lavoratori dell’azienda dei rifiuti hanno occupato il Comune per circa un’ora, il primo cittadino di Montesilvano si è accorto del disagio dei residenti.

“Nei prossimi giorni convocheremo i dirigenti della Tradeco e i sindacati per affrontare tutte le problematiche emerse nei primi mesi di gestione del servizio” sono state le prime parole del sindaco Francesco Maragno subito dopo la pacifica protesta dei dipendenti dell’azienda di Altamura. I lavoratori, preoccupati dei ritardi nei pagamenti degli stipendi e della tredicesima da parte della Tradeco, hanno chiesto e ottenuto un incontro in sala Giunta. Maragno si è detto sorpreso del fatto che:”nonostante la regolarità da parte del Comune nel pagamento delle fatture alla Tradeco, gli amministratori, nel corso dei mesi, siano stati costretti in più di una circostanza a segnalare delle criticità nell’erogazione dei servizi al punto da costringere il dirigente ad inviare delle diffide ad adempiere”. A tutto ciò si aggiungono “problemi per i dipendenti dell’azienda”. 

Eppure, alcuni blog tra cui Zone d’Ombra tv, hanno più volte sottolineato nell’ultimo anno, come la questione dei rifiuti a Montesilvano non ha mai brillato. “Montesilvano è sporca ed è piena di situazioni di degrado ambientale notate personalmente girando per la città e segnalate dai cittadini tramite Facebook e tramite l’e-mail comunale” tuonava nel 2012 il neo sindaco Attilio Di Mattia contro l’azienda Deco che aveva regolarmente vinto il bando pubblico. Peccato però che altri cittadini pensassero il contrario. Dunque, furono spalancate le porte alla Arrow Bio, società israeliana dei rifiuti, e alla Tradeco srl di Altamura. Società, quest’ultima, che fa capo alla famiglia Columella e che si sta occupando ancora oggi della gestione dei rifiuti e dell’igiene ambientale. L’azienda pugliese vinse il bando con un’offerta di 18 milioni e 700mila euro per una gestione quinquennale. Risparmio, quindi, per le casse comunali tant’è che Di Mattia fece di questo la sua battaglia politica.

L’azienda pugliese dei rifiuti però aveva qualche problema in giro per l’Italia. A Imperia, a maggio 2012, Tradeco vinse un appalto identico a quello di Montesilvano ma con una cifra da capogiro: 93milioni di euro. Di lì ad un anno il Comune di Imperia dovette procedere per concessioni di proroghe alle aziende uscenti, l’Ecoimperia, la ditta Aimeri, Docs Lanterna, Ottagono e Dolmen perché non pochi problemi ci furono per l’avvio del contratto con l’azienda pugliese. “In attesa che la società pugliese si doti di un proprio parco macchine, dovrebbe utilizzare (a noleggio) quelle in dotazione alle aziende uscenti, che, però, non sembrano per nulla propense a venire incontro alle esigenze dei nuovi titolari” scrisse Il Secolo XIX . “Inoltre, sembrano sorgere problemi di ordine burocratico relativi all’anzianità dei mezzi in questione, il cui anno di immatricolazione è superiore a quanto era previsto nel capitolato di appalto. Insomma, si tratterebbe di mezzi obsoleti che la Tra.de.co non potrebbe utilizzare”. Inoltre, per il fatto che abbia risposto alla gara solo la Tradeco e a seguito degli esposti presentati alla procura della Repubblica del capoluogo, scattarono persino sequestri di documenti inerenti all’appalto negli stessi uffici comunali competenti. Arrivò, poco dopo, la protesta dei lavoratori per il mancato pagamento degli stipendi.

In quell’occasione chiedemmo al sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, se non fosse il caso di occuparsi della questione visto che, proprio lui, avvertì l’esigenza:”Devo risolvere l’emergenza rifiuti” disse perché “il servizio di raccolta non funziona e i risvolti sono evidentissimi ma, siccome vogliamo che Montesilvano sia una città turistica, non possiamo permetterci il lusso di mostrare una cartolina della città con i rifiuti in strada”. A distanza di 6 mesi però Maragno pronuncia le stesse parole. “Troppe irregolarità sono state riscontrare ad oggi. È ora di stracciare‬ il contratto” dichiara Manuel Anelli, consigliere comunale a 5 stelle. E aggiunge:”Cosa vuole fare verso una ditta che sta offrendo un servizio scadente e per giunta neanche paga i dipendenti? Ora prendiamoci le nostre responsabilità e mettiamo fine a questa situazione”.

Già nella riunione di febbraio dello scorso anno tenutasi presso la sala consiliare del Comune tra i rappresentanti del settore produttivo e la Tradeco, constatammo molta improvvisazione. I vertici aziendali intervenuti all’incontro fecero appello al buon senso di commercianti e imprenditori, vista “l’enorme mole di lavoro da svolgere con poco personale”. Negozianti e albergatori prevedevano caos per la raccolta e gli artigiani esprimevano preoccupazione per gli orari di raccolta. “Ogni dipendente deve servire 1000 unità” che è già troppo secondo Tradeco. L’invito, ancora una volta, a venirsi incontro.

Antonio Del Furbo 

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