Nave Gregoretti, Salvini assolto perché "il fatto non sussiste"
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Il processo penale per il caso Gregoretti a carico di Matteo Salvini finisce nell’aula bunker di Bicocca a Catania. Il giudice delle indagini preliminari Nunzio Sarpietro ha letto la sua decisione. Non luogo a procedere per il leader della Lega.

Il giudice ha comunicato alle parti che non ci sono gli elementi per mandare l’ex ministro dell’Interno davanti a un tribunale. Salvini non deve rispondere dei reati di sequestro di persona e abuso d’ufficio. I 164 migranti salvati nel 2019 sulla nave Gregoretti della Guardia costiera italiana nell’attesa che i Paesi europei solidali formalizzassero la loro disponibilità ad accogliere parte dei migranti, non furono sequestrati.

Un verdetto, quello della nave Gregoretti, diametralmente opposto a quello pronunciato tre settimane fa dal gip Lorenzo Iannelli a Palermo. Salvini dovrà tornare lì a settembre per il processo che lo vedrà sul banco degli imputati a rispondere degli stessi reati. Ma per i migranti soccorsi qualche mese dopo dalla Open Arms e fatti sbarcare poi a Lampedusa solo dopo l’intervento del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio.

Il verdetto di Catania per Salvini vale doppio perché è in qualche modo nel merito. Il gip Sarpietro ha di fatto svolto un piccolo processo chiamando a testimoniare in aula nei mesi scorsi l’ex premier Giuseppe Conte, gli ex ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli e l’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e degli Esteri Luigi Di Maio. E dalle testimonianze ha avuto la conferma che la politica migratoria di Salvini, come da sempre affermato dal leader della Lega, faceva parte del contratto di governo ed era dunque condivisa dagli alleati dell’esecutivo. Per il gip Sarpietro, l’operato di Salvini è stata una legittima conseguenza di insindacabili scelte politiche e non costituisce reato.

Da qui la decisione di dichiarare il non luogo a procedere nei confronti di Salvini come per altro sollecitato oltre che dal difensore del leader della Lega, Giulia Bongiorno, anche dalla Procura della Repubblica che ha sempre tenuto ferma la decisione del procuratore Zuccaro di chiedere l’archiviazione del caso.

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