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Se queste sono cartelle pazze e la storia della signora pensionata.

Ogni tanto la storia della cartelle pazze riappaiono come se nulla fosse. Viene ritirato fuori dall’amministrazione pubblica tipo coniglio dal cilindro del mago. Metti magari l’ente in dissesto economico e, meglio ancora, commissariato e possiamo esserne certi che in un arco temporale brevissimo ai contribuenti arrivi la notifica a casa con tanto di bollettino e sollecito di pagamento della cifra “dovuta”. In realtà, nel 90% dei casi, si tratta sempre di richieste di pagamento non dovuti ai vari enti. Questa volta ci è cascata anche la Provincia di Chieti che, per mezzo della Ops Spa società partecipata di Provincia e Comune di Chieti, ha inviato ad un numero imprecisato di contribuenti richieste di pagamento non dovute. Gli oggetti delle richieste recitano:«Richiesta di pagamento tariffa per il servizio di accertamento dell’effettivo stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici». Insomma, un bel po’ di cittadini si sono ritrovati a dover ricercare negli “archivi” familiari le ricevute di pagamento effettuate per annualità riferite al 2008-2009 nei casi più fortunati. La Provincia, in base ad una legge del 1991, obbliga i proprietari di impianti termici alla regolare manutenzione e convalida delle caldaie tramite un tecnico autorizzato e al pagamento di una tassa da corrispondere alla società di riscossione che opera per conto dell’amministrazione pubblica.

OPS SPA

La società che si occupa della riscossione del tributo è la Ops Spa di Chieti Scalo a totale maggioranza pubblica: 89,7% in mano alla Provincia di Chieti e il 10,3% di proprietà del Comune di Chieti. La Ops Spa è un ente strumentale con un capitale sociale di 516.000 euro. Si legge dal sito che:«La società nasce dalla necessità di creare una struttura operativa in grado di rispondere in tempi certi e brevi ad esigenze – sempre più molteplici – di informazioni, elaborazioni e proiezioni delle Amministrazioni Locali e, più in generale, degli Enti, al fine di supportare tecnicamente la loro operatività organizzativa e di programmazione». Per garantire tutta questa mole di lavoro la società ha dovuto collocare al suo interno ben 35 dipendenti e, ovviamente, qualche trombato della politica: Giacinto Mariotti, Francesco Piccolotti e Sergio Colasante nel Consiglio d’amministrazione. Tra le attività della società c’è quella della Verifica impianti elettrici.

LA PENSIONATA 90ENNE…

Torniamo a noi. Metti che una povera pensionata che abita sola in un modesto appartamento cittadino che fa i conti con la pensione vergognosa che uno Stato indegno. Metti che per caso a povera signora, magari vedova, riceve una cartella di pagamento dalla Ops Spa super-amministrata da geni della politica quali quelli appena citati. Metti ancora che la povera signora abbia perso la ricevuta di pagamento della tassa del 2008. Cosa dovrebbe fare la povera signora a quel punto? Secondo Ops affrettarsi nel pagamento della annualità 2008-2009 scapicollandosi all’ufficio postale più vicino e “donare” la modica cifra di 200 euro. Tanto costerebbe alla povera signora la sua “sbadataggine”. Nell’eventualità la povera pensionata non si trovasse la somma a portata di mano entro 60 gg, la Ops attiverebbe la procedura di riscossione coattiva delle somme dovute. Insomma passerebbe la palla ad una latro ente di dubbia moralità quale Equitalia. Ma, se nel caso la povera signora si trovasse sottomano la ricevuta del pagamento cosa dovrebbe fare? Comunicare semplicemente alla Ops che è in possesso della ricevuta di pagamento dell’annualità contestatagli. A questo punto sorgono spontanee delle riflessioni. La Ops viene messa su dalla politica per dare posti nei Cda ad altri politici e per assumere 35 dipendenti di cui non si sa nulla. I cittadini non sanno gli stipendi che vengono elargiti non solo ai dipendenti ma anche e soprattutto ai componenti del Cda. Non si sa nulla degli stipendi dei dirigenti e dei dipendenti. Nella sezione “Trasparenza” viene fuori che i contribuenti pagano anche consulenze esterne ciò significa un aggravio di spese per gli enti pubblici. Ancora. Quasi a mò di presa in giro esiste il “Codice etico” della struttura e persino i “Dati relativi alle risorse umane” che tradotto significa assenze e presenze dei dipendenti. Qualche riflessione sorge spontanea. Una Spa con trentacinque dipendenti che chiede a centinaia di contribuenti, a distanza di 5 anni nella migliore dell’ipotesi, se hanno pagato o meno le tasse viene finanziata da soldi pubblici. Chiederemmo al Dirigente Servizio Amministrativo, Rodolfo Rispoli, il perché di questa situazione e soprattutto in cosa occupano le ore i suoi dipendenti. Poi anche agli enti pubblici che controllano le quote della Spa chiederemmo se non sia il caso di cominciare a mandare a casa mega dirigenti e dipendenti super tutelati e super pagati per fare poco o nulla. Possiamo sperare che la politica almeno per una volta alzi la voce non solo per far assumere parenti e amici ma anche per mandarli a casa?

 

di Il Potere Logora

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