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«Seicento cantieri aperti in tutto l’Abruzzo in sei mesi, per uno stanziamento di 35 milioni di euro speso a valere sull’Asse 2 Energia dei fondi Por-Fers, destinato all’efficientamento energetico e alla riduzione delle emissioni in atmosfera». L’annuncio è in pieno stile “Balena bianca” di passata memoria. Le elezioni regionali sono vicine, gli assessori più giovani  ma la metodologia è sempre la stessa: strade asfaltate, soldi, opere, opere e opere.

Manca poco. Le elezioni sono vicine. Gli assessori si danno da fare. Vendono fumo. Vendono pane. Spendono. Spandono. Oggi si viene a sapere che l’assessore Di Dalmazio diffonde una nota in cui si dice:«soddisfatto per l’ambito riconoscimento di regione efficiente per aver ideato un modello di governance capace di coinvolgere tutti i comuni su argomenti complessi e dall’alta valenza tecnica. Non e’ solo un fatto formale o di nomenclature ma di sostanza perché il coordinamento abruzzese, sotto l’egida della Cabina di regia regionale, ha portato come conseguenza la spesa di tutti i fondi comunitari disponibili sull’Asse 2 e l’apertura di 600 cantieri in sei mesi». Olè, campagna elettorale fatta. Insomma grazie agli uomini e donne della Regione Abruzzo, tanti comuni abruzzesi grazie all’installazione di pannellli fotovoltaici, hanno aumentato l’efficientamento dell’illuminazione pubblica che tanto incide nella spesa dei Comuni. «È il risultato della stretegia organizzativa denominata Patto dei sindaci (Covenant of Mayors), modello di governance orizzontale, che in Abruzzo ha coinvolto, più che in altrove, totalmente i comuni, le province e le agenzie per l’energia». Un modello di efficienza, quindi, che oggi, nel corso dell’incontro viene sviscerato in tutti i suoi meccanismi nell’obiettivo di una replicabilità a livello nazionale ed anche europeo, ma anche nell’obiettivo di capire in che modo il Patto dei sindaci potrà evolvere, diventando una realtà istituzionalizzata dentro gli organismi governativi nazionali ed europei. Olè. Nulla tutto ciò rispetto alle strade che la Democrazia cristiana asfaltava ad un mese dalle elezioni.

 

di Giulio Andreotti

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