Processo civile: “Si passa da tre riti a uno”. E chi fa querele temerarie paga
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Dunque, la riforma sul processo civile pare essere arrivata al traguardo. Manca, invece, la riforma del processo penale e, in particolar modo, sulla prescrizione.

Intenzione del governo è dimezzare i tempi dei processi civili. E tra le novità più importanti ci sono il passaggio “da tre riti a uno”, con un solo atto introduttivo, il ricorso, e il ricorso a sanzioni per chi intraprende cause temerarie. Dunque, chi querela senza solidi presupposti rischia di pagare non solo il risarcimento, ma anche un’ammenda.

Bonafede: “meno norme, poche regole”

In materia di processo civile il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha chiarito lo spirito della riforma. Ci saranno meno norme e poche regole che valgono per tutti i gradi del processo. Un’azione che va verso la “semplificazione, della speditezza e della razionalizzazione delle procedure”, salvaguardando allo stesso tempo il rispetto delle garanzie del contraddittorio. “Attrarremo più investitori”, ha assicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa congiunta con Bonafede. “Assicureremo la ragionevole durata dei processi ma” la norma sulla prescrizione “in vigore dal 1 gennaio va mantenuta”, ha dichiarato il premier.

Tempi morti

Il perimetro della causa verrà “definito 10 giorni prima che le parti compaiano davanti al giudice”. Inoltre verranno eliminati i tempi morti, con la riduzione del numero delle udienze e l’eliminazione di quella di precisazione delle conclusioni. Ridotti anche i casi in cui il tribunale giudicherà in composizione collegiale.

“Una pagina triste della storia politica e giudiziaria”

La riforma elimina quella che il titolare della Giustizia ha definito “una pagina triste della storia politica e giudiziaria”: il rito Fornero nel diritto del lavoro. Attenzione viene riservata dal testo al procedimento per lo scioglimento delle comunioni. Poi le sanzioni a chi intraprende cause temerarie, altra strategia per alleggerire il lavoro dei giudici ed evitare le intimidazioni giudiziarie: “Il fammi causa non deve essere più una minaccia possibile – ha spiegato Bonafede – Chi fa una causa temeraria o chi resiste in una causa non solo paga il risarcimento, ma deve pagare una sanzione a favore della cassa delle ammende perché ha creato un danno anche allo Stato”.

Infine ci sarà il divieto per l’ufficiale giudiziario di fare la notifica cartacea se il destinatario ha un indirizzo Pec.

Colletti: “escluso dai vari tavoli”

“Non ho ancora letto la riforma del processo civile proposta dal Movimento 5 Stelle (perché mi hanno escluso dai vari tavoli di discussione) e la commenterò quando vedrò un testo scritto” ha spiegato l’onorevole Andrea Colletti del Movimento 5 stelle. “Ma, almeno su di una cosa, sono d’accordo – ha aggiunto – . Il ricorso come atto introduttivo di ogni giudizio. L’avevo previsto nella mia riforma del processo civile depositata ben 1 anno fa e che marcisce nei cassetti della Commissione Giustizia perché il mio gruppo politico non ha voluto calendarizzarla.”

Di admin

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