Protesta autotrasportatori: manifestante accoltellato. Rischio scaffali vuoti
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Clima di tensione in Italia anche per la questione legata all’aumento del prezzo del gasolio. Dalla Sicilia alla Puglia, passando per la Salerno-Reggio Calabria, si fa sempre più consistente la protesta degli autotrasportatori. E sale la tensione.

In Puglia, sulla statale 16 nei pressi di Torremaggiore, nel corso della protesta degli autotrasportatori uno dei manifestanti è stato ferito al fianco con un coltello da un automobilista. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, il conducente dell’auto alla vista dei mezzi in colonna, nel fare marcia indietro ha rischiato d’investire alcuni manifestanti. È nato un violento diverbio sfociato nell’accoltellamento. Il ferito è stato trasportato al pronto soccorso: le sue condizioni non sarebbero gravi. L’accoltellatore è stato fermato dalla polizia. La manifestazione era partita dalla tangenziale di Bari in direzione Foggia. Qui gli autotrasportatori hanno battezzato il sit-in “trattori lumaca”, perché i mezzi hanno viaggiato a bassa velocità.

“Tra carburante, pedaggio autostradale e gomme, stimiamo un aumento del 30 per cento che rende insostenibile continuare a lavorare”.

Agli autotrasportatori si sono aggiunti anche gli agricoltori e gli allevatori di varie zone del territorio. Sulla statale 17 che collega Lucera a Campobasso da questa mattina ai bordi delle strade presenti anche numerosi trattori e altri mezzi agricoli. Gli autotrasportatori ricordano l’impegno durante il lockdown del 2020: “Abbiamo servito il Paese entrando nei focolai, non fermandoci mai, eravamo considerati degli eroi, adesso siamo nessuno”. “Noi siamo giovani e vogliamo crescere, ma lo Stato non ci sostiene”, aggiunge.

Proteste anche in Sicilia.

Sulla A18, all’ingresso del casello di San Gregorio di Catania sono sempre più numerosi “i professionisti della strada” che spontaneamente si fermano per prendere parte al presidio che continuerà fin quando non arriveranno risposte da parte del governo. Gli autotrasportatori parlano di “concorrenza sleale”, con un rincaro dei prezzi che non tiene conto del costo della vita.

In Sicilia tra le ragioni della protesta oltre l’aumento del gasolio, i costi esosi per traghettare da Messina a Reggio Calabria. E quindi la mancanza di una continuità territoriale, oltre la difficile praticabilità dell’autostrada che collega Palermo con Catania: “Un cantiere perenne, a causa delle buche e dei continui restringimenti nel tratto che collega le due principali città della Sicilia. Dobbiamo affrontare anche i danni ai nostri mezzi. Tutto questo è una vergogna”, racconta Federico Cammisa, 66 anni, autista. “Il settore degli autotrasporti deve essere riformato, sono vent’anni che sollecitiamo un intervento risolutivo. Ma non veniamo ascoltati”, dice il presidente del movimento Forza D’Urto Carmelo Lamburi.

La protesta si sta diffondendo nel resto del Paese, a Nola, in Campania un presidio è in atto lungo l’A1. E la Coldiretti stima con il blocco dei Tir un danno dell’85 percento di prodotti deperibili come frutta e verdura, oltre al rischio di scaffali vuoti per la mancanza di forniture all’industria alimentare.

Il Porto San Vitale di Ravenna è bloccato dall’alba.

“Rischio scaffali vuoti”

Federdistribuzione esprime “preoccupazione” per la protesta degli autotrasportatori e ha avviato una serie di contatti con le istituzioni per porre all’attenzione la grave situazione creatasi. “L’interruzione della circolazione dei mezzi, infatti, causa disagi alla normale attività di consegna delle merci, con il rischio di forti ricadute sull’approvvigionamento della rete di punti vendita della distribuzione a livello locale, e non solo. Un problema che interessa in particolar modo i prodotti freschi, come frutta e verdura, a rischio deterioramento, che può arrecare enormi danni economici a tutta la filiera agroalimentare, oltre che disagi ai consumatori” si legge in una nota di Federdistribuzione.

In un contesto di mercato in cui si cominciano a sentire gli effetti concreti dell’aumento dei costi, soprattutto per quel che riguarda l’energia e i carburanti, Federdistribuzione chiede un intervento immediato da parte delle autorità. Occorre agire con tutte le iniziative possibili per evitare tensioni sociali e per contenere l’aggravio di costi sulle famiglie e sulle imprese.

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