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Tempo fa pubblicammo una lista di massoni italiani, con tanto di nomi e cognomi, in occasione di un’intervista con Elso Serpentini, scrittore teramano, che si è sempre occupato di ‘caccia al massone’. Guarda caso, spulciando tra gli archivi, trovammo anche il nome dell’attuale presidente del Consiglio Enrico Letta. 

Tempo fa pubblicammo una lista di massoni italiani, con tanto di nomi e cognomi, in occasione di un’intervista con Elso Serpentini, scrittore teramano, che si è sempre occupato di ‘caccia al massone’ (Massoneria: Ordine mondiale). Guarda caso, spulciando tra gli archivi, trovammo anche il nome dell’attuale presidente del Consiglio Enrico Letta. Uno di quelli, per dircela in breve, rispettato e temuto per due motivi fondamentali: perché nipote di Gianni Letta e perché frequentatore di salotti massonici tra cui il Bilderberg

A poco serve essere grandi uomini con grandi idee se poi non si frequenta grandi salotti e non si è garantiti da qualcuno. Non parliamo di un circolo di ‘Cosa Nostra’ ma bensì del modello massonico. Bisogna modellare le aspirazioni, la vita e i sogni in base ai valori della ‘Gran Loggia’, il resto è chiacchiera.

Il Gran Maestro del Grande Oriente Democratico racconta le alchimie che si agitano dietro le quinte del nostro governo e le vere ragioni della crisi. Gioele Magaldi chiarisce che Enrico Letta è un para-massone e non un massone. Non è affiliato alla massoneria ma segue gli schemi, i ragionamenti e la strategie. 

«Questo tipo di associazioni – spiega Magaldi – possono essere definite para-massoniche in quanto sono sempre fondate da un nucleo ristretto di Liberi Muratori, i quali poi coinvolgono nelle loro attività sociali anche non-massoni (cosa che non potrebbero fare in Loggia, dove si può accedere soltanto dopo un lungo percorso preparatorio e una iniziazione ufficiale di tipo misteriosofico) per finalità più direttamente politiche, diplomatiche, civili, culturali o economiche di quanto (ufficialmente) può concedersi di fare una singola officina libero-muratoria o una federazione di logge (Comunione o Obbedienza che dir si voglia), vincolate a determinati principi rituali e sapienziali che limitano l’intervento diretto nelle questioni della Polis nazionale, inter-nazionale o globale». In sostanza la massoneria prende spunto dal principio ecclesiastico cattolico che, essendo contro lo spargimento di sangue, faceva eseguire le condanne a morte dal potere civile. «Alcune organizzazioni massoniche si comportano analogamente, con non minore ipocrisia, per quello che attiene a questioni di politica, religione, diplomazia, economia e finanza.

 Esse, cioè, dichiarano la loro trascendenza esoterico-spirituale rispetto a questo tipo di interessi, e tuttavia delegano con minuzia strategica ad associazioni specifiche l’esecuzione dei propri desiderata» aggiunge Magaldi. I non-massoni vi figurano come comprimari subalterni, compagni di viaggio, semplici ospiti occasionali, anche se si tratta di personalità ragguardevoli, a livello nazionale o internazionale, della politica, dei media, della diplomazia, dell’industria, della finanza, della cultura. Enrico Letta è tra quelli che partecipano raramente agli incontri di questi gruppi tra cui il BilderbergTrilateral Commission. Un fratellastro che non avrà mai un ruolo di indirizzo gestionale o strategico in capo alle varie associazioni mondialiste, ma che manterrà comunque un ruolo servizievole e utile, per sé e la propria carriera/sorte personale, ancorché subalterno. «Gianni Letta – riferisce ancora Magaldi – non è mai stato direttamente cooptato in seno ad associazioni para-massoniche sovra-nazionali, ma ha comunque ottenuto a suo tempo la sua peculiare iniziazione libero-muratoria, ottimo viatico per mediare da par suo fra interessi massonici conservatori e altrettante istanze di matrice reazionaria e ascendenza curiale e opusiana (cioè di ambiente Opus Dei)». Un individuo, Enrico Letta, che sarebbe funzionale alle lobby massoniche per scarsità di idee e mediocrità intellettuale che però fanno ‘girare la ruota’ in Europa e nel mondo da qualche decennio.

«L’Europa è un laboratorio a cielo aperto di questo progetto di involuzione tecnocratica, illiberale, anti-democratica e neo-oligarchica nella gestione della res publica occidentale» chiarisce ancora Magaldi convinto che tali laboratori servano per:«creare la de-industrializzazione sistematica dei Paesi, per far fallire aziende e licenziare lavoratori, far crollare i consumi e dunque far crollare la domanda di merci e servizi e, con tale crollo, come in un diabolico circolo vizioso, far fallire ulteriori aziende, che non sanno più a chi vendere i propri prodotti sul mercato interno. Crisi dei liberi professionisti, che lavorano sempre meno e i cui clienti diminuiscono a vista d’occhio o non hanno più soldi per pagare i servizi richiesti. 
E il circolo diabolico e vizioso continua, perché anche i liberi professionisti, al pari di ex imprenditori o ex lavoratori (ora disoccupati) sono costretti a consumare di meno». Tutto ciò gioverebbe a chi ha speculato sui rendimenti dei titoli di Stato delle nazioni, a chi ha i mezzi per acquisire aziende dei vari Paesi in crisi a prezzi di saldo e a chi si accinge ad acquistare a prezzi vantaggiosi e stracciati beni e aziende di Stato messi in vendita a quattro soldi per fare cassa e favorire amici e amici degli amici di amministratori pubblici corrotti e infingardi.

Enrico Letta è membro di Aspen Italia, succursale dell’Aspen Institute che, fondata da un gruppo di affaristi di Chicago nel 1950, si è proposta di:«promuovere una leadership illuminata, un’ampia diffusione di idee e valori validi in ogni tempo e un dialogo di ampio respiro sulle tematiche contemporanee». La succursale italina è nata nel 1984 e a fondarla, guarda caso, ha contribuito Gianni Letta e il presidente, ‘ariguarda’ caso, Giulio Tremonti. Indovinate chi è invece il vice presidente? Sì, proprio lui: Enrico Letta. Il giornalista Valerio Valentini domanda:«chi si è preso, costantemente, tutti i sottosegretariati alla Presidenza del Consiglio, dai primi governi Berlusconi ad oggi? In dipendenza dal colore politico, due nomi: Gianni Letta e Enrico Letta, che si sono avvicendati l’uno all’altro in un’eterna ruota della (s)fortuna. Se volete sapere qualcosa, qualsiasi cosa sui segreti che sono custoditi nei fascicoli ufficialmente inesistenti, dovete chiedere alla famiglia Letta. Magari sanno anche se la vostra fidanzata vi tradisce».

Andiamo avanti e facciamoci del male. Sapete chi compare nell’esecutivo Aspen Italia? Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Fedele Confalonieri, Emma Marcegaglia, Umberto Eco,Franco Frattini, Paolo Mieli, Mario Monti e Romano Prodi. E volete sapere chi sono i soci sostenitori? Enel, Deutsche Bank, Eni, Fastweb, Ferrovie dello Stato, Fiat, Fincantieri, Finmeccanica, Google, Impregilo, Intesa San Paolo, Rai, Sky Italia, Microsfot Italia e Mediaset. E sono solo alcuni. A cosa serve ‘Aspen’? Cosa fa? «Aspen Institute Italia è un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro caratterizzata dall’approfondimento, la discussione, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori. La missione di Aspen Institute Italia è l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni. L’Istituto concentra la propria attenzione verso i problemi e le sfide più attuali della politica, dell’economia, della cultura e della società, con un’attenzione particolare alla business community italiana e internazionale».

Chissà se la moglie di Enrico Letta, Gianna Fregonara giornalista del ‘Corriere della Sera’, abbia mandato un semplice Curriculum per lavorare con il quotidiano di via Solferino oppure si sia iscritta direttamente ad ‘Aspen’. Stranamente la first lady a giugno scorso è stata sollevata dall’incarico della guida della cronaca romana e, subito dopo l’incarico del marito, il condirettore Luciano Fontana e i vicedirettori Antonio Macaluso e Barbara Stefanelli, hanno comunicato con una missiva che la Fregonara avrebbe coordinato il canale scuola del sito del Corriere. 

di Antonio Del Furbo

 

 

 

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