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Caro Matteo hai fatto un errore. Sì, proprio così. Ammettilo, quel gelato leccato nel cortile di Palazzo Chigi al posto di mangiarlo potevi tirarlo in faccia alle decine di giornalisti presenti.

Pacatamente però. E senza sforzarti più di tanto. Almeno i topastri di redazione quelli che, per intenderci, girano le chiappe dove vuole il proprio editore, avrebbero avuto argomenti seri di cui parlare. E invece per colpa tua, caro Matteuccio, ci dobbiamo sorbire i ‘corrieri della serva’ e gli ‘strafatti quotidiani’ con editoriali che stimolano conati interminabili. 

Soltanto uno stupido può inscenare quegli spensierati sketch da cabaret o da villaggio vacanze mentre il Paese sprofonda sempre più in una crisi senza fine” ha scritto l’originalissimo Travaglio. E, non contento, ha aggiunto:”Solo un pessimo comunicatore può offendere e provocare milioni di italiani che faticano a campare con battutine e sceneggiate”. Sei contento Mattè?  

Dunque il premier, secondo certa stampa, non avrebbe dovuto rispondere in maniera scherzosa al The Economist, che lo ritrae su una barchetta fatta con una banconota da venti euro, che sta affondando, insieme a Francois Hollande, Angela Merkel e Mario Draghi, mentre mangia un gelato. No. Non si fa secondo il ‘giornalisticiume’ italiano. E, soprattutto, non si fa con il gelato in mano. Sarà forse perché ad alcuni degli innumerevoli professionisti che ogni giorno raccontano l’Italia in maniera distorta, tornano in mente, guardando leccare il cono, gesta eroiche che li hanno condotti nelle redazioni di giornali.

E che importa se un quotidiano inglese (un po’ frustrato) ci prende in giro? Le cose da cabaret Matteuccio non deve farle perché altrimenti la signora 80enne che vive con una pensione di 400 euro mensili (se gli va bene) potrebbe risentirsi. Dunque, caro Matteo, la mattina quando esci di casa devi buttarti benzina addosso e darti fuoco perché, in realtà, il premier ha il compito di sentirsi la sofferenza addosso. Non bisogna scherzare. La vita, caro Matteo, è fatta solo ed esclusivamente di sofferenza. Punto. 

Se The Economist racconta al mondo intero che, nonostante gli interventi della Bce per salvare l’euro, l’Italia, insieme agli altri Paesi della zona euro, stanno cascando a pezzi noi dobbiamo rimanere in silenzio. Dobbiamo sentirci dire, sempre dagli inglesi, che non combineremo nulla dal punto di vista delle riforme per tre motivi principali: carenza di leader politici, scarsa propensione al cambiamento dei cittadini e forte responsabilità della moneta unica tale da non permettere lo sviluppo.

E se a dirlo è un settimanale edito in Gran Bretagna (paese fuori dall’Euro), con una linea editoriale marcatamente orientata all’euroscetticismo, dobbiamo incassare e basta.

Ma quanto godiamo a vedere un premier slinguazzarsi un gelato e a prendere in giro, con le stesse armi, un popolo che non ride mai? Io tanto. 

Antonio Del Furbo

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