Roberto Speranza furibondo per il piano segreto Merler reso pubblico dalla stampa
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L’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, sarebbe andato su tutte le furie per la diffusione dello studio sui 100mila morti, tenuto segreto per “non spaventare la popolazione”.

Roberto Speranza, ex ministro della Salute. L’auspicio è che prima o poi arrivi il momento in cui si possa davvero fare luce sul piano tenuto segreto ​per non scatenare il panico tra gli italiani mentre il Coronavirus si stava abbattendo sul nostro Paese. Le indagini sull’epidemia di Covid-19 che ha colpito Bergamo e la sua Provincia, in particolar modo sulla mancata zona rossa in Val Seriana, ha fatto tornare centrale la questione.

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La sfuriata di Speranza

A colpire erano stati i contenuti dello studio firmato da Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler della Fondazione Bruno Kessler di Trento e ritenuto uno dei migliori matematici applicati all’epidemiologia in Europa, che metteva a confronto diverse variabili. Nello scenario peggiore l’Italia avrebbe rischiato fino a 100 mila morti. Numeri terrificanti che però sono finiti ben presto nel dimenticatoio. Ma attorno si era registrata riservatezza, come se fossero stati messi nel cassetto. Ma il 21 aprile 2020 le parole di Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, ne parlò in un’intervista al Corriere della Sera. Una rivelazione che mandò l’allora ministro della Salute su tutte le furie.

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Uno degli scenari descritti per il nostro Paese era troppo drammatico per essere reso pubblico. Ma il muro del riserbo era crollato in seguito all’articolo del Corriere della Sera proprio sul piano segreto.

“Non c’è stato nessun vuoto decisionale. Già dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio”, erano state la parole attribuite al direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute.

Speranza vide il piano segreto Le prove adesso lo inchiodano

Oggi è sempre il Corriere della Sera a parlare di una presunta sfuriata da parte di Roberto Speranza in quel periodo. Lo si evincerebbe dalle carte dell’inchiesta di Bergamo, con le chat di alcuni indagati: l’ex ministro della Salute non avrebbe gradito l’uscita di Urbani. A spiegarlo sarebbe stato Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero, a un’altra funzionaria.

“Mi ha detto il ministro che non ha strillato mai così forte come con Urbani e gli ha fatto una nota ufficiale di rimprovero. Per pararsi lui. Il piano segreto. Mi ha chiesto: ma come mai gli è venuta questa cosa? Io lo reputo uno dei migliori”, sono i contenuti rivelati dal quotidiano.

Lo studio sul Covid

Dal suo canto il dicastero il 21 aprile 2020 aveva parlato dell’analisi alla base degli interventi sull’emergenza Coronavirus, specificando che durante i lavori della task force era stata sottolineata la necessità di elaborare uno studio sui possibili scenari dell’epidemia e del relativo impatto sul Sistema sanitario nazionale. A tal proposito erano state identificate delle possibili azioni da adottare in relazione allo sviluppo degli scenari epidemici.

Il ministero della Salute aveva fatto sapere che il 12 febbraio la prima versione dell’analisi era stata presentata al Comitato tecnico-scientifico “per il necessario approfondimento”. Non solo: era stato precisato che in quella fase tutti i lavori del Cts “si sono svolti in forma riservata”. Il lavoro ha contribuito alla definizione delle misure anti-Covid. Bisognerà fare luce su quel piano e sui contenuti in relazione a come l’esecutivo ha agito.

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