Roberto Speranza non molla: la poltrona arriva prima dell'interesse del Paese
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, non intende mollare la poltrona. “Un mio passo indietro? Assolutamente no”. Così risponde alle voci e respinge al mittente le ipotesi di sue dimissioni.

Dunque, al ministro poco importa l’interesse del Paese e la questione politica. Roberto Speranza resiste – almeno per il momento – al pressing avanzato in queste ore dal centrodestra e dal premier Draghi. Speranza, tra l’altro, non sente nemmeno l’imbarazzo della magistratura che, come abbiamo raccontato, lo sta accerchiando con le inchieste.

L’esponente di Liberi e uguali di certo non è contento per la situazione delineatasi attorno a lui. Quindi è tranquillo: “È una battaglia politica e non mi scandalizzo”. Una risposta velata a Matteo Salvini, che lo ha messo nel mirino accusandolo di avere una mentalità eccessivamente rigorista che boccia le riaperture anche in quei territori dove il Coronavirus corre in maniera meno preoccupante.

L’incarico internazionale e l’arrivo di Sileri

L’ipotesi per Speranza – anche se le fonti governative smentiscono – potrebbe essere quello di un incarico internazionale, magari mandandolo a trattare con le Big Pharma per conto dell’Ue. Dallo staff del titolare del dicastero di Viale Giorgio Ribotta parlano di “notizie senza fondamento” e ricordano le recenti parole pronunciate dal presidente del Consiglio, che in conferenza stampa aveva così risposto al leader della Lega dopo gli attacchi a Speranza: “A Salvini ho detto che ho voluto io Speranza nel governo e che ne ho molta stima”. L’esponente di Leu, tra l’altro, sarebbe convinto che dietro le pressioni nei suoi confronti si nasconda un piano ben preciso: “Per la destra far fuori me sarebbe conquistare l’egemonia nel governo”.

Questione però che rappresenta un problema per la tenuta del governo: il centrodestra non intende mollare e resta all’attacco per cambiare la visione delle chiusure a oltranza che non solo sta bloccando il Paese, ma che sta anche contribuendo a innalzare un clima di tensione sociale piuttosto pericoloso. Che Speranza rappresenti l’ultimo anello di congiunzione tra questo esecutivo e quello guidato da Giuseppe Conte è lampante.

Al posto di Speranza si fa il nome di Pierpaolo Sileri.

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