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Nella giornata in cui i pro Stamina hanno bloccato Roma e i fratelli Biviano si sono dissanguati davanti Montecitorio per liberalizzare l’accesso alla cura, la polizia ci ha messo il carico finale. Oltre ad aver arrestato il Presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli, un agente ha usato parole offensive nei confronti di una malata di Sma.

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Nella giornata in cui i pro Stamina hanno bloccato Roma e i fratelli Biviano si sono dissanguati davanti Montecitorio per liberalizzare l’accesso alla cura, la polizia ci ha messo il carico finale. Oltre ad aver arrestato il Presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli, un agente ha usato parole offensive nei confronti di una malata di Sma. “Eravamo davanti ai poliziotti – racconta una testimone – e l’agente spingeva per farci arretrare. Da dietro, però, ci spingevano verso l’ingresso di Montecitorio: eravamo tra due fuochi” aggiunge la donna. “Che dovevamo fare? Era l’attimo in cui la protesta si è spostata sotto la Camera. Alla mia destra c’era anche Marco Biviano mentre Josephine stava alla mia sinistra. Ho chiesto al poliziotto di non spingere perché c’erano disabili e malati. A quel punto fanno passare Marco con la sedia a rotelle ma Josephine la bloccano. Nonostante io continuassi a dire di stare attenti a Josephine perché malata di Sma, il poliziotto insisteva nel dire che dovevamo tornare dietro le transenne. Ad oggi penso sia stato un pretesto per insultarci visto che dietro, come detto, era impossibile tornare”. La testimone prosegue il suo racconto:”il poliziotto ha umiliato Josephine dicendole che come era arrivata lì se ne poteva tornare da dove era arrivata. Oltre a tutto questo continuava a spingere sempre di più al punto che, grazie a me, Josephine non è caduta”. 

Contattata da noi Josephine ci ha raccontato delle frasi del poliziotto:”non ci si nasconde dietro la malattia. Io non mi nascondevo dietro la malattia, chiedevo il diritto alla vita per tutti i piccoli angeli e lui mi diceva che non capivo…gli ho detto che ero malata e lui se ne fregava finché mi sentivo mancare che non dovevo nuovamente nascondermi dietro la malattia”. Josephine, essendo cittadina americana, si è recata, dopo questo grave fatto, al Consolato americano di Firenze. “Le hanno detto di informare immediatamente l’ambasciatore a Roma” ha riferito Stafano Moretti dell’Osservatorio antimafia Abruzzo che sta occupandosi del caso. La volontà è quella di portare il caso all’Ambasciata Usa. Josephine Mary Murena è l’autrice del libro “La ruota della mia vita con la sclerosi multipla”, un testo autobiografico in cui racconta la convivenza con la sua malattia. Il poliziotto che l’ha umiliata dovrebbe leggerlo.

Antonio Del Furbo

 

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