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Scusate il ritardo

PERCHE’ GLI ACADEMY AWARDS SONO CHIAMATI OSCAR?

Una risposta precisa non esiste, ma secondo una delle teorie più credibili sembra che una bibliotecaria dell’Academy, vedendo la statuetta per la prima volta, avesse detto che le ricordava suo zio Oscar. Un giornalista l’aveva sentita e da allora il nome rimase, usato ufficialmente per la prima volta nel 1939.

Non è uno scherzo.

 

<<Wendy, forse è bene che tu sappia che, quando vieni da queste parti e mi interrompi, mi fai perdere la concentrazione. Mi distrai, capisci? E mi ci vuole un casino di tempo prima che io riesca a ritrovare il filo. Sono chiaro? – Si. – Bene. Mettiamo una regola nuova, quando io sto qua e mi senti battere a macchina, o non mi senti battere a macchina, qualsiasi cazzo tu mi senti fare qui, quando mi trovo qui vuol dire sempre che sto lavorando, allora farmi il porco piacere di non venire. Tu che ne dici, ci riesci a farlo? – Si. – Brava, allora vedi di iniziare da adesso, levati dai coglioni eh?>>

Bilateralità degli ambienti, ritmo continuo, suono smorzato, bianco, 11.

Wendy, una “ragazzina” spettinata, appassionata di film dell’orrore, viso disintegrato e grazioso, sessualmente esitante, intimorita (Horace Derwent e signore: finale).

<<Ieri sera abbiamo fatto tardi – Lo so. >> “Arrossisce”.

Jack, alienato, cinico da subito, dopo i titoli iniziali in Times New Roman azzurro pastello, inibito, arrestato inizialmente per poi elaborare la sua vena creativa nell’ haunted house (The Overlook Hotel ti sta guardando, ti disorienta con una simmetria deviante).

Il fallimento è sinonimo di Mr. Torrance, perdente in ogni settore, annoiato quanto represso (passione nella 237, discorsi non da bar col miglior barman esistente); entropia, misura del disordine di un sistema, in questo caso, di un uomo ordinario: follia, luce.

Regolare, il battere della pallina da tennis, i tasti della macchina da scrivere, zoom in e zoom out, i movimenti della macchina da presa nei diversi piani sequenza ; ogni momento può essere quello giusto, cuore in gola per 119 minuti.

Tony, <<il bambino che sta nella mia bocca>>, <<Mi parli della camera 237? …– Devi starne lontano>>

<<Ciao Danny, Vieni a giocare con noi, vieni a giocare con noi, per sempre, per sempre, per sempre>>

The Shining: isolamento, visioni e controllo, sintesi di questo personaggio poco bambino, “ piccolo figlio di puttana”.

<<…Redrum, redrum, redrum, – murder.>>

Regressione: <<Wendy sono a casa amore. – Cappuccetto rosso, cappuccetto rosso, su apri la porta, su apri non hai sentito il mio tok-tok-tok? Allora vuoi che soffi! – Sono il lupo cattivo! – …Danny, Danny, Waaaah!>>

Il mattino ha l’oro in bocca, Pollicino è salvo e Shelley ha un esaurimento nervoso, ringrazia Stanley, Eraserhead, Rosemary’s Baby e L’esorcista.

 

Questa sera, Sky Cinema Max, canale 312, ore 21,00.

Buona Visione.

 

Michele Bellafronte

 

 

 

 

 

 

* “Portala al cinema” (2006)”

 


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