Varianti Covid: il "procurato allarme" di certi medici e virologi
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A quanto pare c’è la tendenza – non da poco – a terrorizzare con la variante. Un concetto che ribadisce addirittura il professor Burioni. “Vorrei farvi notare – spiega il professore – che varianti virali emergono continuamente e, fino a prova contraria, non rappresentano un pericolo”.

Insomma, varianti ‘innocenti’ fino a prova contraria.

Non esiste elemento in grado di far pensare che le varianti individuate sfuggano all’azione dei vaccini più potenti. Anzi, dati preliminari sembrano suggerire il contrario. In Israele la variante ‘inglese’ è contrastata dal vaccino.

Le varianti e la letteratura scientifica

Burioni ricorda che il vaccino contro il morbillo è stato messo a punto 60 anni fa e ancora funziona. Questo nonostante tale virus sia molto più “mutevole” del Covid-19. Dunque, fino a prova contraria le varianti non rappresentano un pericolo nuovo rispetto al precedente, ma un’evoluzione usuale di tutti i virus.

“Si scopre – spiega all’Antidiplomatico Rosemary Frei – che il caso della contagiosità e della pericolosità delle varianti si incentra in gran parte sugli effetti teorici di un solo cambiamento che si dice derivi da una mutazione nei geni del virus“. Insomma, non si può escludere nulla, ma non ci sono basi scientifiche per terrorizzare ulteriormente le persone: “Le dichiarazioni sul grave pericolo rappresentato dalle nuove varianti non sono basate su un solido fondamento scientifico”.

“Sembrano mirare più a spaventare il pubblico a sottomettersi a restrizioni più dure e più lunghe che a contribuire a creare politiche realmente basate sull’evidenza… Non lasciate che il vostro ragionamento venga spazzato via dal ciclo di notizie 24 ore su 24, 7 giorni su 7, colmo di paura e allarmismo.”

Procurato allarme 

Una cosa è certa: è dilagata la paura. Alla paura reale si è aggiunta quella “percepita”, creata da un’informazione troppo spesso declinata in modalità catastrofista.

Il professor Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano, ha dichiarato in un’intervista della scorsa settimana: “Io mi ritrovo ad avere il reparto invaso da nuove varianti, e questo riguarda tutta quanta l’Italia e fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri…”.

A nemmeno 24 ore Sto arriva un comunicato ufficiale del suo ospedale che smentisce quanto riferito.

“Nel periodo dal 23 dicembre 2020 al 4 febbraio 2021, sono stati ricoverati 314 pazienti positivi al Covid. I dati raccolti hanno rilevato la presenza di 6 pazienti positivi alla variante UK su un totale di 50 casi che, in ragione delle loro caratteristiche, sono stati sottoposti a sequenziamento”.

E ancora: “Si specifica, inoltre che fino ad oggi nel Laboratorio dell’Asst è stata identificata esclusivamente la cosiddetta variante inglese. Al momento, nessun sequenziamento ha evidenziato la variante brasiliana o sudafricana”.

Facciamo riferimento all’art. 658 del codice penale che definisce i termini del reato di procurato allarme.

“Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti e persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516″.

Se le dichiarazioni di Galli ricadano o meno in questa specie di reato non lo sappiamo. Una cosa vorremmo dirla. Sarebbe il caso di riflettere sul corto circuito creato dall’eccessivo protagonismo di certi esperti, o sedicenti tali, e dalla deriva sensazionalista di certa informazione e che ha creato – e continua a creare – panico e disperazione.

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