Virginia Cerullo, Ia storia di una madre che non può vedere la figlia: "È reato di tortura"
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“Non poter sapere della vita di mia figlia, non poter sapere se sta bene, dove sta e come sta, non poter sapere nulla vuol dire che siamo davanti a un reato di tortura”.

Queste le parole di Virginia Cerullo, la madre-avvocato che conduce una battaglia per riavere la figlia.

La vicenda “nasce da una denuncia per maltrattamenti e abusi nei confronti di una bambina di due anni e maltrattamenti nei confronti della madre da parte del padre della bambina protetto dal corporativismo di più di 40 magistrati, giudici, assistenti sociali e consulenti tecnici, essendo il maltrattatore e abusatore in intima amicizia con l’ex Procuratore Capo di Salerno Corrado Lembo e con onorevoli del PD.”

Virginia Cerullo dopo aver denunciato il marito “maltrattante e abusatore” è stata vittima di ritorsioni da parte degli stessi magistrati che avrebbero avviato “illecite procedure penali nei confronti della denunciante, arrivando finanche ad alterare verbali di udienza con falsità”.

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La madre della bimba sarebbe stata denunciata da parte degli stessi magistrati “per nascondere i propri reati. Azionando illecitamente procedure penali nei confronti della denunciante scomoda, arrivando finanche ad alterare verbali di udienza con falsità.”

“Per lo stesso procedimento penale il Gup Perrotta e altri sono già stati denunciati anche in flagranza di reato, senza che nessuno abbia proceduto all’arresto e al sequestro dei verbali, pur denunciando in fase d’udienza i reati a un agente di polizia e al Procuratore Generale di Salerno Leonida Primicerio per falso ideologico e falso materiale” aggiunge Francesco Carbone che insieme alla Cerullo cercano di ottenere giustizia.

Il presidio per chiedere il dissequestro della bimba 

Nella giornata di oggi Carbone e Cerullo hanno organizzato un presidio per chiedere il dissequestro della bimba a Quadrivio Campagna in provincia di Salerno. “Noi abbiamo la valigia blu in cui ci sono documenti che dimostrano la collusione di carabinieri, polizia e magistrati” dice Carbone in una lunga diretta.

2 pensiero su “Virginia Cerullo, Ia storia di una madre che non può vedere la figlia: “È reato di tortura”. Le colpe di giudici, carabinieri e poliziotti”
  1. Coraggio Virginia, abito lontano ma “mi senta” sempre accanto. Continui la sua battaglia per liberare sua figlia, tenga duro, e sono sicuro che alla fine la riavrà. Provi magari a scrivere anche ai giornali nazionali, magari ne trova uno onesto … non ne sono sicuro. Tanti augurio, un forte abbraccio Fabio

  2. non serve commentare vergogna il popolo dovrebbe insorgere e andarli a prendere a calci nel culo

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