Zone di Borgo: Palombaro, la sentinella della Majella
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Il nostro viaggio tra i borghi d’Italia procede a ritmo sostenuto. Questa volta siamo stati a Palombaro, un piccolo centro abruzzese in provincia di Chieti. Seppur l’emigrazione abbia strappato gran parte dei residenti al loro luogo di nascita, il borgo conserva una florida attività lavorativa.

“Questo posto lo sento” ci racconta Nigel che, insieme alla moglie Barbara, da Londra ha raggiunto la campagna palombarese. E sono sempre più gli inglesi che scelgono il territorio della provincia teatina per ridare un senso ai piccoli gesti e riappropriarsi del senso profondo della vita.

“Da bambino il territorio del paese lo abbiamo percorso metro quadrato per metro quadrato, il paese lo sentivamo” ci racconta il professore e storico del luogo, Vincenzo Aquilante. “Abbiamo scelto di rimanere a Palombaro perché qui abbiamo tutto: aria pura, tranquillità e lavoro” dice Piergaspare Di Martino, imprenditore del settore arredamenti. “Qui se qualcuno ha una difficoltà il problema viene condiviso” mi spiega il macellaio, Raffaele Di Virgilio. Insomma, in base alle proprie capacità, ognuno cerca di venire incontro all’altro perché se tutti stanno bene la comunità è più forte.

Tra vicoli, monti e valli, ho conosciuto giovani e anziani che hanno tanto da dire e da fare. C’è voglia di riscatto a Palombaro.

“Qui non esiste l’imprenditore, non esiste l’operaio, ma esiste un gruppo di persone che hanno degli obiettivi comuni, tra cui il rispetto reciproco” mi spiega Shila Rossini che ha un’azienda familiare con circa 70 dipendenti. “In passato abbiamo scontato la poca attenzione delle istituzioni” ci spiega il sindaco, Consuelo Di Martino, “ma oggi le cose stanno cambiando” aggiunge. E in positivo. “Oggi è più difficile per un amministratore portare a compimento dei progetti” sottolinea l’ex sindaco, Sante Di Giuseppe, che ha amministrato il paese dal 1980 al 2004.

Ma, per fortuna, molti sono i giovani che, al posto di fuggire, sono rimasti a Palombaro. “Io non scambierei mai il paese con una città” è il pensiero di Natale Di Santo, giovane imprenditore nel settore agricolo. “Noi abbiamo una economia legata ai prodotti dei nostri nonni” afferma Catuscia Sissa, anche lei imprenditrice del settore.

Credo che Palombaro, come tanti altri borghi, abbia un modello da proporre. Un modello umano in grado di coniugare valori, rispetto e crescita. Un modello che, sicuramente, andrà a sostituire i “non luoghi” mentali e fisici delle grandi metropoli mondiali. Luoghi che tendono la mano al passato, che riabbracciano tradizioni, usi e costumi che hanno generato ciò che oggi è. Un ringraziamento, dunque, a chi guarda la grandezza dei sogni da qualche altra parte.

Le testimonianze del passato raccontano di un territorio in cui c’erano teatri, edifici e strade lastricate. Oggi, Palombaro si offre al mondo come un timido borgo che se ne sta in disparte sulla collina. E che, orgogliosamente, sfida il tempo moderno a modo suo.

E chissà se la luce del futuro non sia rappresentato proprio da questo modello di vita.

di Antonio Del Furbo
antonio.delfurbo@zonedombratv.it

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