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Nella terra verde dell’Adriatico, nel polmone andato a male dell’Europa del sud, nonostante ci sia chi prometteva (e promette) miracoli in pieno stile democristiano, l’economia non va un granché bene e le grandi compagnie aeree fanno a gara per fuggire.

di Antonio Del Furbo

Ryanair prima, Alitalia ora, hanno da poco salutato l’Abruzzo sbattendo la porta in faccia a politici e amministratori. Eppure, qualche settimana fa, la politica regionale annunciava in pompa magna l’allargamento del cda della società Saga che gestisce l’aeroporto, a ben due componenti in più. Il tutto in nome del risanamento, del rinnovamento e, soprattutto, al fine di “garantire una maggiore operatività dell’organismo di gestione dell’aeroporto” e risolvere al più presto la vicenda Ryanair, riferiva dal suo trono il ‘Re d’Abruzzo’ Luciano D’Alfonso.

Risultato? Ryanair annuncia la smobilitazione da Pescara a partire da ottobre. Motivo? Troppe tasse e addizionali comunali. 

Anche se si attende l’incontro con il ministro dei trasporti Graziano Delrio che sulla vicenda avrà l’ultima voce, la Regione ‘Facile e veloce’ ha gia garantito uno stanziamento di 12 milioni di euro.

Tutto risolto? Per il momento pare di no.

Dopo Ryanair arriva Alitalia cha annuncia il piano di smobilitazione. Eppure il braccio ‘sinistro’ di Re Luciano, Camillo D’Alessandro coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale con delega ai trasporti, agli inizi di febbraio tuonava:

“Abbiamo un’idea precisa della funzione e dell’importanza dell’aeroporto d’Abruzzo, che rappresenta la più grande infrastruttura regionale al pari del porto di Ortona. Nel merito della attività di riprogrammazione e dunque del futuro dell’aeroporto, la nostra idea chiara è quella innanzitutto di collegare l’Abruzzo ai principali aeroporti hub da cui poi si può raggiungere qualsiasi destinazione, conservando allo stesso tempo la possibilità di voli diretti. In questo senso si sta lavorando per quanto riguarda i possibili contratti da sottoscrivere”.

Evidentemente la Regione Abruzzo ha lavorato talmente ‘bene’ in questo mese che Alitalia sposterebbe i vettori di Pescara su Ancona e Trieste eliminando, di fatto, le linee giornaliere con Fiumicino. L’obiettivo era quello di favorire i passeggeri che da Roma-Fiumicino proseguivano per le altre tratte Alitalia. Ma visti i conti e la scarsa considerazione da parte di Regione e Saga, Alitalia ha pensato bene di andarsene altrove.

E poi, per quale motivo si dovrebbe raggiungere l’Abruzzo visto il mare inquinato, l’aria irrespirabile e un’economia morta ammazzata da tempo?

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