Abruzzo, conflitti di interessi e doppie carriere: il caso Quaglieri e i fondi alla sanità privata
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Nella capitale italiana, Mario Quaglieri emerge come un fulgido simbolo di potere per Giorgia Meloni nell’entroterra abruzzese.

Abruzzo, conflitti di interessi e doppie carriere: il caso Mario Quaglieri e i fondi alla sanità privata. È stato il principale catalizzatore di voti, raccogliendone quasi dodicimila nelle recenti elezioni appena un mese fa, stabilendo così un record di preferenze. Eccentrico professionista medico, noto per essersi immortalato in mutande sulla neve, si è affermato come una sorta di “Ferrari” nell’arsenale politico di Meloni nella regione. E ora, l’attenzione si concentra su di lui, poiché è destinato a ricoprire l’incarico più rilevante: quello di Assessore al Bilancio, ruolo che già deteneva nella precedente legislatura. Il giorno stabilito per la sua investitura è mercoledì, quando il governatore meloniano Marco Marsilio presenterà il suo nuovo gabinetto. Tuttavia, nel contesto turbolento di Fratelli d’Italia, si levano voci di preoccupazione dopo l’annuncio del Partito Democratico di presentare un esposto all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac).

Il conflitto di interessi

Sorge spontanea la domanda: può un primario di una clinica privata assumere contemporaneamente il ruolo di assessore regionale, decidendo così sull’allocazione di considerevoli fondi pubblici alla stessa istituzione che lo retribuisce? Durante la campagna elettorale, il governo Marsilio ha destinato venti milioni di euro alla sanità privata abruzzese, e tra coloro che hanno votato a favore di questa delibera figura proprio Quaglieri. Di questi fondi, un milione e seicentomila euro sono finiti direttamente nella struttura privata del medico assessore: la Di Lorenzo di Avezzano. Pierpaolo Pietrucci, consigliere del PD e il più votato dell’opposizione, sottolinea che si tratta di un evidente conflitto di interessi, responsabile della presentazione dell’esposto all’Anac. Questa questione è ora all’attenzione anche degli organi istituzionali regionali.

Mario Quaglieri, politico e chirurgo da 294mila euro

“Quaglieri deve prendere una decisione: o svolge il ruolo di assessore o continua la sua attività medica”, dichiara Pietrucci. “Non può essere entrambe le cose contemporaneamente. Deve mettersi in aspettativa o rinunciare a una delle due carriere.” Luciano D’Alfonso, deputato del PD, si unisce al coro di voci critiche, sottolineando che secondo la giurisprudenza vigente, Quaglieri non può ricoprire entrambi i ruoli e chiede come abbia potuto evitare fino ad ora l’attenzione delle autorità regionali competenti. Tuttavia, va notato che gran parte del consenso ottenuto da Quaglieri deriva proprio da questa sua doppia veste.

L’Abruzzo sotto l’influenza di Meloni si presenta come un banco di prova per la visione del potere della destra.

La questione della sanità è stata al centro delle critiche degli abruzzesi durante l’ultima campagna elettorale, con un forte calo di gradimento per il settore. Lunghe liste d’attesa e il fenomeno del turismo sanitario hanno alimentato il malcontento. “La sanità pubblica è stata drasticamente ridimensionata durante il governo di destra”, aveva denunciato il candidato del centrosinistra Luciano D’Amico.

E cosa risponde Quaglieri a queste accuse?

In una lettera al quotidiano Il Centro, ha giurato che non sussiste alcuna incompatibilità nel suo caso: “Sono un chirurgo che ha un contratto di consulenza con una struttura privata, senza vincoli di subordinazione, e non detengo quote societarie nella stessa struttura.” Ha poi attaccato vigorosamente “l’intellighenzia di sinistra”. Non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Si sta valutando la possibilità di ottenere un parere legale che gli consentirebbe di mantenere entrambi i ruoli, astenendosi dal voto in caso di deliberazioni sulla sanità.

“Quaglieri sta viaggiando su una Ferrari dal valore di 300mila euro, tirata fuori dopo le elezioni: è senza precedenti che un politico in Abruzzo si sposti con un’auto di lusso”, lo critica Pietrucci. Riuscirà l’Anac a porre un freno a questa situazione? La risposta è ancora incerta.

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