La lettera parla chiaro: il ‘Big’ dei due mondi ordina e ottiene un incontro con tutti i dipendenti dell’Azienda Maiella Morrone.
E l’assessore competente come mai è messa da parte? Luciano D’Alfonso scrive in data 16 febbraio una lettera indirizzata a tutte le maestranze della società in cui spiega che:”l’Azienda Maiella Morrone rappresenta una realtà consolidata del nostro territorio di cui non possiamo fare più a meno, per via dei servizi che essa offre alle fasce di popolazione più deboli e svantaggiate“. Un’Azienda, sottolinea il presidente della Regione, che:”vive una situazione di criticità organizzativa, nonché economica, da non poter essere ulteriormente procastinata nel tempo, per cui le Istituzioni, ognuna per le proprie competenze, devono compiere i necessari passi amministrativi tesi ad una auspicata soluzione del caso”. Dunque D’Alfonso convoca:“una riunione di lavoro con tutti i dipendenti” l’11 marzo nel Palazzo regionale di Pescara “al fine di ascoltare le posizioni, le proposte, e le aspettative dei diretti interessati” cercando “la migliore via d’uscita possibile alla difficile situazione creatasi“.
Tutto bello, tutto perfetto. Ma l’assessore alle Politiche Sociali e del Lavoro in tutta questa faccenda dov’è? Perché non viene nemmeno citata nella lettera? Eppure D’Alfonso sembrerebbe credere nel ruolo e nella competenza di ogni pezzo d’istituzione (“e Istituzioni, ognuna per le proprie competenze”) ma pare faccia tutto da solo.
“Come al solito l’uso delle istituzioni da parte di D’Alfonso è piuttosto disinvolto” commenta Corrado DI Sante, segretario provinciale di Rifondazione comunista. “Sono note le frizioni all’interno della Giunta regionale – prosegue Di Sante – visto che i protagonisti della vicenda Majella & Morrone oggi siedono dentro la Giunta Regionale. È una situazione paradossale mentre da molti mesi i dipendenti non percepiscono lo stipendio e l’azienda ha una grave situazione debitoria, chi ha diretto l’azienda fino a ieri oggi si trova a doverne decidere le sorti“. In Giunta, infatti, siede Donato Di Matteo che dopo essere stato costretto a lasciare l’ACA spa “aveva trasformato la Majella&Morrone nel suo nuovo habitat”. “Per una strana coincidenza anche in questo caso, come in quello dell’Aca spa, si è registrata una certa tendenza alla spesa” aggiunge Di Sante.
Dunque, l’impressione è che la politica alimenti aspettative senza far luce sulle ragioni che hanno determinato l’accumulo dei debiti e il blocco degli stipendi. Un silenzio assordante quello della conferenza dei sindaci dell’ambito sociale n.35, l’unico soggetto titolato a decidere in che modo, ovvero tramite quale soggetto dovranno essere gestiti i servizi sociali all’interno dell’ambito, vista la soppressione delle comunità montane e il regime di proroga con cui opera da mesi la Majella & Morrone.
“Ricordiamo – conclude Rifondazione – che mentre Di Matteo siede comodamente sulla profumatamente pagata poltrona di assessore regionale i lavoratori non percepiscono lo stipendio da luglio 2014, 8 mesi e debbono pure andare in giro per il territorio della Comunità montana a fare assistenza a spese loro”.
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