Antonio Chiappani, il capo della Pm che indaga su Conte e che solidarizzava con Palamara
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Strani i casi della vita. Ci sono due inchieste che si incrociano. Quella delle chat di Luca Palamara e quella del caso delle “zone rosse” nella provincia di Bergamo. Il comune denominatore è Antonio Chiappani.

Poi c’è un nome, quello di Maria Cristina Rota, il pm che ha sentito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo scorso venerdì. Ed è proprio lei che lascerà il suo ufficio al nuovo procuratore Angelo Antonio Chiappani, nominato all’unanimità dal Csm procuratore di Bergamo circa un mese fa. Lo stesso che il 29 maggio 2019, appena esplose il caso Palamara, manifestò  la propria solidarietà al collega romano.

Le cene a champagne

Allora Chiappani era in corsa per la poltrona di procuratore di Brescia. In occasione del famoso dopocena dell’hotel Champagne uno dei presenti a proposito di quella nomina, stando a quanto ricostruito da La Verità, disse: “Io vorrei fare Roma e magari ci metto Brescia perché dovrebbe essere più semplice Brescia visto che abbiamo il derby”. Il derby era quello tra Chiappani e Francesco Prete, che a dicembre è risultato vincitore, entrambi di Unicost, la corrente di Palamara.

Ma Chiappani non è finito solo nelle chat di Palamara.

Chiappani e Palamara si sono anche visti di persona. L’occasione dell’incontro tra i due riguarda una partita della rappresentativa magistrati contro quella degli attori allo stadio di Lecco, città di cui Chiappani era procuratore. Palamara, forse trovandoselo inaspettatamente di fronte, chiese, via messaggio, al collega di Unicost Massimo Forciniti: “Chiappani è quello che deve andare a Brescia?”. Riceve risposta affermativa.

Al termine dell’evento Chiappani scrive sulla chat di gruppo: “Grazie a tutti per questo 23 maggio vissuto a Lecco con una grande cornice di studenti e grazie a tutti di avermi dato l’occasione di rimettere le scarpette dopo più di trent’anni”. Gli aveva dato il benvenuto Paolo Auriemma, procuratore di Viterbo, in strettissimi rapporti con Palamara. Il 29 maggio arriva, come riporta Il Giornale la notizia dell’inchiesta su Palamara. E sulla chat del calcio inizia la corsa a esprimere la propria solidarietà all’ex presidente dell’Anm sotto indagine. Chiappani ci va giù pesante. Scrive polemico: “Jus sputtanandi”. Ma Palamara consiglia di abbassare i toni.

Palamara non doveva invece godere della fiducia della Rota.

“La nomina di quest’ultima a procuratore aggiunto di Bergamo, è arrivata alla fine di una durissima battaglia al Csm che ha portato alla spaccatura tra Area e Unicost, dopo che per diversi mesi i due schieramenti avevano votato insieme interi pacchetti di nomine. Lei è diventata procuratore aggiunto di Bergamo con i voti di Area, la corrente delle toghe progressiste e di Magistratura indipendente, la corrente che per molti anni, e in parte anche oggi, ha avuto come punto di riferimento il parlamentare di Italia viva, Cosimo Ferri. L’unica corrente che cercò di sbarrarle la strada fu quella di Palamara, Unicost. Ora la Rota lascia il suo incarico e al suo posto arriva un fedelissimo di Palamara. E chissà come se la caverà con l’inchiesta che tiene col fiato sospeso il governo giallorosso.”

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