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Beppe Grillo indagato per traffico di influenze. Tutte le grane giudiziarie del comico

Beppe Grillo indagato per traffico di influenze. Tutte le grane giudiziarie del comico

Un 2022 che si apre molto male per Beppe Grillo, garante del M5S. Questa mattina la sua società perquisita e lui indagato per traffico di influenze

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Contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby con il blog Beppegrillo.it nel 2018 e 2019 per un totale di 240mila euro.

Per questo Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite. La vicenda è quella che riguarda i finanziamenti fatti dalla Moby ad alcune società tra cui quella di Grillo e Casaleggio Associati. Un filone nato dalla bancarotta della compagnia di navigazione della famiglia Onorato, emerso con il deposito dell’elenco delle spese allegato al piano di concordato preventivo di Moby, depositato in procura a Milano.

Seguendo un filone di questa indagine, i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano hanno perquisito gli uffici della Beppe Grillo srl. Anche il patron di Moby Vincenzo Onorato risulta essere indagato e i suoi uffici sono perquisiti. I militari sono andati anche nella sede legale milanese della Casaleggio Associati: sotto inchiesta un contratto per 600 mila euro annui sottoscritto dalla stessa Casaleggio Associati con Moby spa nel triennio 2018-2020, quindi per un totale di 1,8 milioni di contratti. “Sono sereno, non commento sviluppi giudiziari. Dico solo che ho grande fiducia nella magistratura”, commenta all’Adnkronos Vincenzo Onorato.

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Agli atti della procura una serie di chat tra Onorato e Grillo, che darebbe corpo al reato di traffico illecito di influenze. I messaggi di Onorato sarebbero stati girati da Grillo a parlamentari del M5S e ci sarebbero anche le riposte alle richieste avanzate da Onorato. Le chat sono state trasmesse dai pm dell’inchiesta Open (tra i finanziamenti erogati da Moby ci sono anche soldi diretti a fondazione Change di Giovanni Toti, fondazione Open di Matteo Renzi, Fratelli d’Italia e anche Pd, ma non risultano altri indagati). 

“Grillo ha ricevuto da Onorato richieste di interventi in favore di Moby spa – scrivono i pm nel decreto di perquisizione – che Grillo ha veicolato a parlamentari in carica” del Movimento 5 stelle. “Trasferendo quindi al privato le risposte della parte politica o i contatti diretti con quest’ultima”.  Per i pm è da ritenere “illecita la mediazione operata da Grillo in quanto finalizzata ad orientare l’azione pubblica dei pubblici ufficiali in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby”. Ora gli inquirenti milanesi intendono accertare se i contratti fossero fittizi. E se i compensi percepiti dalla società del comico fossero il pagamento per prestazioni effettive oppure il prezzo per la “mediazione” politica.

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Una gestione quella della compagnia di Onorato che era gravata da finanziamenti alla politica e altre uscite “prive di giustificazione economica”, come appunto i 240mila euro in due anni alla srl che gestisce il sito di Beppe Grillo in cambio di uno spot al mese e contenuti redazionali e pubblicitari e i 200mila alla fondazione Open di Matteo Renzi, per i quali “non è stata rinvenuta delibera” della società, e ancora di 600 mila per due anni per la Casaleggio Associati per “sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimo” e per “raggiungere una community di riferimento di 1 mln di persone”.

Tra gli altri contratti sotto la lente, come si è detto, quello di 100 mila euro al Comitato Change legato al presidente della Liguria Giovanni Toti, di 90 mila al Partito Democratico, per 10 mila euro a Fratelli d’Italia. E ancora 550mila euro destinati a Roberto Mercuri (non indagato), ex braccio destro dell’ex vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona a cui si aggiungono, oltre ai 50 mila euro all’associazione senza fini di lucro “Fino a prova contraria”, l’acquisto e la ristrutturazione per 4.5 milioni di una villa in Costa Smeralda per “rappresentanza” aziendale, appartamenti di lusso a Milano “in uso a rappresentanti del Cda”, noleggio di jet privato e auto come Aston Martin e Rolls Royce, Mercedes o Maserati Levante.

Tutte le grane giudiziarie di Beppe Grillo

Si apre maluccio il 2022 per Beppe Grillo. Con una nuova, più grave grana giudiziaria: l’ipotesi di traffico di influenze illecite formulata dalla Procura di Milano per i finanziamenti erogati dalla società Moby di Vincenzo Onorato, a favore del blog Beppegrillo.it nel 2018 e 2019, 240 mila euro. A cui vanno aggiunti altri 600mila euro forniti invece alla Casaleggio Associati. 

Elenco dei finanziamenti che Onorato a dato alla politica: 300mila euro versati alla Open, la fondazione di Matteo Renzi, filone da cui è emersa anche la corrispondenza tra l’armatore e l’ex giglio magico renziano, che vede sotto inchiesta. La notizia è cominciata a circolare tra gli esponenti più vicini al Garante già qualche ora dopo che i finanzieri hanno bussato alle porte di Grillo, e degli Onorato, per le perquisizioni  negli uffici.

La ricostruzione dei Pm

Per i pm di Milano Onorato avrebbe chiesto “una serie di interventi in favore di Moby” che il co-fondatore e garante del Movimento “ha veicolato a esponenti politici trasferendo quindi al privato richiedente le relative risposte”, così come si legge nella nota firmata dal procuratore facente funzioni Riccardo Targetti.

Ciro Grillo

Ed è la vicenda del figlio Ciro a infiammare il clima, tra polemiche parlamentari e odio social tra quelle che diventeranno opposte “tifoserie” . Un bubbone che diventa politico quando, il 19 aprile 2021, è lo stesso Grillo a postare un clamoroso sfogo social in cui, a indagini preliminari in pieno corso, si spende per la difesa del figlio, accusato di violenza sessuale, su una coetanea, episodio avvenuto in Sardegna nel luglio 2019.

“Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo. Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato alcuno stupro”, quasi urla Beppe, non è più un leader ma un padre che smette ogni abito istituzionale. E ancora: “Sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così … perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori”.

Espressioni rilanciate e condannate in Parlamento non solo dalle opposizioni.

In questa occasione riemerge con amare testimonianze anche il tragico precedente di un gravissimo incidente stradale risalente a 41 anni fa: per il quale Grillo è stato condannato anche in Cassazione, che portò alla morte di una coppia di coniugi con il loro bambino. 

Il 16 novembre scorso, ecco  il rinvio a giudizio per Grillo jr e per i suoi amici coetanei: Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tutti accusati di violenza sessuale, disposto dalla giudice dell’udienza preliminare Caterina Interlandi del Tribunale di Tempio Pausania. Prima udienza, 16 marzo prossimo.  

Violenza privata contro il cronista

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Livorno, Mario Profeta, il 13 dicembre scorso, respinge la richiesta di archiviazione del pubblico ministero Sabrina Carmazzi. Il Garante è accusato di aver usato violenza privata contro un cronista che lo aveva raggiunto al mare per intervistarlo. I fatti si riferiscono all’episodio avvenuto nel settembre 2020, a Marina di Bibbona: il giornalista Francesco Selvi, secondo la ricostruzione, prova ad avvicinarlo più volte e Grillo, infastidito, gli  strappa di mano il cellulare al giornalista e lo spinge giù, dai gradini di una bassa terrazza dello stabilimento balneare. Il cronista finisce in ospedale per un trauma distorsivo al ginocchio sinistro.

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