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A distanza di quattro anni, dunque, arriva il processo per i rappresentanti delle forze dell’ordine imputati di omicidio preterintenzionale e altri reati in relazione alla morte di Giuseppe Uva avvenuta il 14 giugno 2008.

L’allora 43enne morì presso l’ospedale di Varese dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri per essere stato fermato insieme ad un amico per le strade di Varese, ubriaco. 

Un carabiniere e sei poliziotti dovranno rispondere, tra l’altro, di omicidio preterintenzionale dopo che il giudice ha accolto in toto le richieste delle parti civili, i familiari di Giuseppe Uva, convinti del fatto che l’uomo avrebbe subito violenze in caserma da parte degli agenti e del militare. Il procuratore di Varese facente funzione e i difensori degli imputati avevano chiesto, al contrario, il proscioglimento da tutte le accuse. ”Prendiamo atto di questa decisione che non ci aspettavamo – ha spiegato uno dei difensori degli imputati l’avvocato Luca Marsico -, ora affronteremo il processo a testa alta”.  

Lucia Uva, sorella di Giuseppe Uva, è scoppiata in lacrime dopo la decisione del gup di Varese Stefano Sala:”Dopo quattro anni ce l’abbiamo fatta: i giudici hanno stabilito che ci vuole un processo”. E ha aggiunto:”Dedico questo processo al pm di Varese Agostino Abate che non ha mai voluto cercare la verità – ha proseguito – mio fratello non ha mai fatto atti di autolesionismo ma è stato picchiato in caserma”.

ZdO

 

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