Da Casini a Monti: l'indecoroso mercato delle poltrone per salvare Conte e l'affondo di Renzi
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A spuntare per prima il nome del sempreverde, Pierferdinando Casini, che intervenendo a Palazzo Madama dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, ha annunciato il suo voto favorevole a Giuseppe Conte.

Casini ha espresso il suo rispetto per il governo e per gli sforzi messi in campo nell’affrontare la pandemia. Inoltre, Casini ha anche aggiunto che le parole da lui udite “sono state parole di verità, ammettendo che ci sono state cose che potevano essere fatte in modo migliore e diverso. Ma credo che nessuno possa avere il pregio della infallibilità davanti a questo dramma”.

Sul fatto che Italia viva abbia aperto la crisi, ha sottolineato che, seppur condotta in modo sbagliato e frettoloso, non era comunque inaspettata. Poi ha aggiunto che “ci si è dilungati su una crisi che andava affrontata con risolutezza. Oggi tutto è coperto dalla soddisfazione di fondo di un anti renzismo che diventa una specie di auto compiacimento. Dobbiamo capire invece se il governo ne esce più forte o più debole. Non so se prenderemo 161 voti, 158 o 150. Il problema sono i sentimenti del Paese e la necessità che questo governo allarghi la base di condivisione”.

Per Casini verrà recuperato il discorso con chi ha diviso, sottolineando che “andando avanti zoppicando e magari appellandoci solo ai numeri, faremmo un favore alle forze sovraniste, perché il nostro rapporto con il paese sarà indebolito”.

Monti e Nencini

Anche Mario Monti ha reso noto che darà il suo voto di fiducia a Conte sottolineando come le considerazioni tenute dal premier lo abbiano indotto a un orientamento positivo. Il senatore, in dichiarazione di voto in Senato, ha così precisato: “Le annuncio oggi il mio voto di fiducia nel modo che mi è proprio, non le porto voti se non il mio e il mio è come sempre libero e condizionato a quelli che saranno i provvedimenti e se corrisponderanno alle mie convinzioni. Se cosi sarà non solo appoggerò ma mi adopererò anche presso l’opinione pubblica, anche internazionale per sostenere ciò che verrà fatto”.

Riccardo Nencini, il senatore del gruppo Psi-Italia viva, nel corso della discussione generale a Palazzo Madama, ha ricordato che in questi mesi hanno sostenuto il governo Conte da apolidi, senza farne parte e senza essere stati invitati agli incontri. Nencini ha poi annunciato che, una volta approvato lo scostamento di bilancio, che voteranno, si augura che il presidente del Consiglio convochi velocemente le forze europeiste che accoglieranno il suo appello.

Ha ricordato poi che “la crisi si era virtualmente aperta a novembre, figlia di lentezze ed errori, aggravata da divisioni interne e da nodi mai sciolti, come il Mes, o sciolti come sul recovery grazie all’intervento di Italia viva-Psi”.

Segre per la fiducia

Dalla parte del sì, come annunciato già ieri, anche la senatrice a vita Liliana Segre e la senatrice a vita, Elena Cattaneo. La Segre aveva infatti detto che nonostante l’età e il parere dei medici, avrebbe comunque raggiunto Roma per dare un sostegno a un governo che ritiene in questo momento importante per il futuro del Paese.

Raffaele Fantetti ha annunciato che il gruppo Maie-Italia23 voterà la fiducia al governo.

Il sì scontato di Lady Mastella

Sandra Lonardo, nel suo intervento in Aula al Senato, ha annunciato di sentirsi responsabile, costruttrice e di voler dare la sua fiducia al governo europeista Conte.

In bilico tra fiducia e non fiducia il senatore ex M5Stelle Gregorio De Falco che alla fine ha deciso di salire sulla nave del premier e voterà a favore del governo Conte. “Voterò la fiducia al governo. L’esecutivo si è impegnato a mettere in atto un’operazione di soccorso alla popolazione, grazie alla predisposizione di strutture di prossimità per effettuare test rapidi anti-Covid”.

L’affondo di Matteo Renzi

Poco dopo le 17.30 Matteo Renzi prende la parola per rispondere al discorso del capo del Governo Giuseppe Conte sulla fiducia chiesta dall’esecutivo. Quello del leader di Italia Viva è un intervento molto duro, fatto “guardando negli occhi” il presidente del consiglio.“Mi sarei aspettato un grande sogno, una visione, un orizzonte”. Ma tutto questo, sentenzia Renzi, non c’è stato. Conte “ha avuto paura” di salire al Quirinale, lo rintuzza, “ha scelto un arrocco istituzionale che spero sia utile per lei ma temo sia dannoso per le istituzioni”.

Renzi fa un lungo elenco di accuse: “Sono mesi che chiediamo una svolta. Non siamo irresponsabili, semmai siamo stati fin troppo pazienti”. Conte “ha cambiato la terza maggioranza in tre anni. Ha governato con Salvini, so che oggi è il punto di riferimento del progressismo ma ha firmato i decreti Salvini. Poi è diventato europeista e ora si appresta a cambiare la terza maggioranza diversa”. E sul Mes, insiste: “Ora o mai più”.

Sono soprattutto tre, per Renzi, i “macigni” che gravano sull’Italia e su cui non è più possibile far finta di niente.

“Il nostro è il Paese al mondo con il peggior rapporto fra popolazione e decessi per Covid, occorre investire in sanità, farlo meglio e farlo adesso. Abbiamo il record negativo nella crisi educativa e scolastica: non se ne parla mai in modo compiuto, ma il dato di fatto è che l’Italia ha mandato i suoi ragazzi a scuola meno degli altri paesi in Europa. Questi tre record negativi sono macigni di cui lei non ha parlato, signor presidente, nel suo discorso”.

Renzi ricorda anche quando a maggio, in occasione del voto di sfiducia al ministro Bonafede, “lei, presidente, si alzò in questa Aula e chiese alla maggioranza un gesto di responsabilità. Noi l’abbiamo seguita”, ricorda Renzi. Al contrario, quando “nel mese di luglio io mi sono alzato in questo banco e ho chiesto che il mese di agosto fosse dedicato solo a parlare del recovery plan, ma non siamo stati seguiti”.

Per non dimenticare…

A settembre “Italia Viva, ma non solo Italia Viva, ha chiesto un cambio di passo. Nel mese di novembre ci siamo incontrati due volte a Palazzo Chigi e ci siamo detti di incontrarci per i tavoli a novembre; a dicembre abbiamo inviato una lettera di quattro pagine a cui non ha risposto, nel mese di gennaio abbiamo inviato un dossier alle forze di governo con le cose da fare”. Insomma, “non è vero che siamo stati poco pazienti. Forse siamo stati troppo pazienti”, dice ancora Renzi invitando conte a “guardarsi dentro e decidere. Chi dice che durante la pandemia non si può fare politica nega la libertà di fare politica”.

“Saremo maledetti dai nostri figli se non investiamo ora sulla scuola, sulla sanità. Questi sono temi politici. Potete essere d’accordo o no, ma di questo abbiamo discusso fino ad oggi. Del terzo settore e dell’economia sociale, non di chi deve comprare Monte dei Paschi di Siena appoggiandosi a quegli stessi consulenti che vent’anni fa hanno già combinato sufficienti pasticci”.

“Quando sono venuto a trovarla, lei mi ha detto con grande gentilezza se ero interessato a incarichi internazionali, e io le ho detto di no”. Il leader di Italia Viva svela poi un aneddoto:

“Se voi ve ne andate perderete tutto, ci hanno detto. Sì. E ve lo diciamo guardandovi negli occhi. Quando si fa politica si può anche rinunciare a una poltrona, non si può rinunciare a una idea”.

“Io non ho perso nulla, ma è l’Italia che sta perdendo il più grande piano di rinascita, un nuovo piano Marshall – spiega Renzi -. Ecco perché le ho chiesto, presidente, faccia un passo avanti. Capisco che lei è arrivato alla politica da presidente del Consiglio, senza aver fatto la gavetta. La politica non è spartire le poltrone. In questo momento non è in ballo il destino di Tizio, Caio o Sempronio ma è in ballo il futuro dell’Italia. Volete andare avanti con una maggioranza raccogliticcia di fronte al più grande piano per il futuro del Paese, vi auguro di trovarla ma fate presto”.

Renzi riserva al premier una stoccata sulla politica estera e, in particolare, sul rapporto con gli Stati Uniti.

“Ci risparmi la frase ‘l’agenda Biden è la mia agenda’ dopo aver detto ‘l’agenda Trump è la mia agenda’. Presidente, lei rappresenta l’Italia. Non cerchi di avere un atteggiamento provinciale per cui a seconda del capo lo accontenta dicendo che la nostra agenda è la sua azienda. Signor presidente, no può cambiare le idee per avere una poltrona”.

“Mi auguro che nei prossimi giorni – conclude Renzi – lei metta al centro le idee e non solo lo scambio di poltrone perché il Paese non si merita questo mercato indecoroso”.

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