Disagio e lavoro: suicidi d'Abruzzo
Spread the love

È stato l’ennesimo suicidio legato al lavoro. Un’altra morte passata quasi sotto silenzio. La dura legge liberista e globalizzante ha inghiottito, senza colpo ferire, un’altra vittima nelle tenebre dell’indifferenza.

C’è un tavolo con un biglietto. Leonard lo ha scritto per i famigliari un attimo prima di togliersi la vita. Sì perché Leonard a soli 27 anni ha deciso di farla finita pur consapevole di lasciare una traccia indelebile nel cuore dei genitori. Un pugno allo stomaco  soprattutto per il padre che ha trovato il corpo del figlio appena rientrato a casa dal lavoro. Inutili i soccorsi. Il giovane viveva a Silvi in provincia di Teramo. Tra le cause del suo gesto estremo la mancata riconferma nel ruolo di cameriere all’hotel dove lavorava. Una struttura, come altre, costretta a ridurre il personale a causa del Covid-19.

Il caso di Leonard non è l’unico. Sempre nella stessa zona, quella del teramano, i casi di suicidi in due settimane sono stati cinque. A Bellante si è tolto la vita il 15 maggio Roberto, elettricista 40enne. Appena 5 giorni dopo a Teramo è stato trovato il corpo dell’aiuto cuoca Francesca, 33enne. Ventiquattr’ore dopo, 62 anni, si è lanciato da un ponte di 12 metri.

A fine 2019, invece, Berardo, un giovane era di Roseto degli Abruzzi, si è lanciato dal viadotto del Salinello, lungo l’autostrada A14. “I politici, senatori e parlamentari come anche tutti i preti, il papa e le religioni non dovrebbero esistere perché le religioni sono str___e assurde che ci mettono uno contro l’altro e ci fanno rimanere ignoranti e facilmente controllabili e i politici non servono a un ca__o” scriveva in una sorta di video testamento Berardo fatto prima di lanciarsi.

Di vicende così tragiche se ne parla poco. E forse non solo per indifferenza ma per i consigli provenienti dall’Oms.

L’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, già dal 2008 ha diffuso una serie di linee guida per gli operatori dell’informazione per “La prevenzione del Suicidio: suggerimenti per i professionisti dei media”. Si vuole, “evitare la descrizione esplicita del metodo di suicidio” omettendo “le descrizioni particolareggiate sul luogo dove è avvenuto”.

Tutto questo può servire a fermare un fenomeno del genere?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia