Ecco cosa succedeva a marzo dentro la RSA Don Gnocchi. Amministratore Ampast: "Non deve fregarvi nulla"
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Nel video girato il 18 marzo in un reparto non-covid dentro la RSA Don Gnocchi Palazzolo, su una porta si legge: “Camera protetta – isolamento – indossare DPI”. La porta però è aperta e dentro ci sono 4 pazienti. 3 moriranno per sospetto covid.

Il video

Nel video, diffuso da Piazzapulita, si vede chiaramente come alcuni anziani respirano a fatica e sono senza mascherine. Tre anziani su quattro presenti nella stanza non ce l’hanno fatta per sospetto covid19. Sarebbero oltre 150 i decessi durante l’emergenza dentro la sede Palazzolo Don Gnocchi. Oltre al video, documenti inediti e le voci di alcuni lavoratori della cooperativa, sospesi dopo aver denunciato la Fondazione Don Gnocchi.

L’inchiesta

Dopo le perquisizioni nella sede del Pio Albergo Trivulzio e le acquisizioni nella sede della Regione Lombardia, la Guardia di finanza di Milano ha effettuato perquisizioni all’Istituto Palazzolo Fondazione Don Carlo Gnocchi. Nell’indagine sul Don Gnocchi sono indagati per epidemia e omicidio colposi il direttore generale Antonio Dennis Troisi, il direttore sanitario Federica Tartarone e Fabrizio Giunco, direttore dei servizi medici socio-sanitari. Indagato anche Papa Wall Ndiaye, presidente della Ampast, cooperativa di cui fanno parte i lavoratori della struttura.

Il fascicolo sul Don Gnocchi è stato aperto in seguito a un esposto di una quindicina di lavoratori. Il loro legale, Romolo Reboa, ha contestato ai vertici della struttura di avere tenuto “nascosti moltissimi casi di lavoratori contagiati da Covid 19, benché ne fossero a conoscenza almeno dal 10 marzo”. Inoltre, sempre secondo i lavoratori, la struttura avrebbe “impedito ai lavoratori l’uso delle mascherine per non spaventare l’utenza”. A inizio aprile il Don Gnocchi contava un numero di ospiti deceduti da marzo simile a quello del Trivulzio, ossia circa 140 morti.

La fondazione precisa “di aver legittimamente esercitato il proprio diritto contrattuale di ‘non gradimentò nei confronti della cooperativa Ampast” perché quei lavoratori “a mezzo stampa e televisione, avevano espresso giudizi gravi e calunniosi”. In generale, le indagini della Procura puntano anche ad accertare eventuali irregolarità nell’operato di Regione Lombardia e dell’Agenzia di tutela della salute.

Di admin

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