Elisabetta Trenta
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L’alloggio gli è stato dato subito dopo essere diventata ministro della Difesa. Peccato che, in quel luogo tra i più suggestivi di Roma, Elisabetta Trenta ha deciso di rimanerci anche nonostante sia decaduta da qualsiasi ruolo pubblico.

Il trucchetto escogitato è stato quello di assegnare al marito, il maggiore dell’Esercito Claudio Passarelli, l’immobile.

La Trenta era stata indicata al dicastero dal Movimento 5 Stelle che l’aveva indicata per l’esecutivo come “esperta di questioni militari”. La concessione, come spiega Il Corriere, potrebbe essere avvenuta aggirando i regolamenti, visto che la coppia ha una casa di proprietà nella capitale e dunque non sembra avere necessità di usufruire dell’alloggio. Tra l’altro, il “livello 1” di dimora attribuito al momento di scegliere la casa per il ministro, è di gran lunga superiore a quello previsto per l’incarico e il grado del suo consorte.  

L’alloggio

Il giugno 2018 Movimento 5 Stelle e Lega si mettono insieme e formano il governo guidato da Giuseppe Conte. Elisabetta Trenta viene scelta come responsabile della Difesa. Secondo la prassi i ministri che risiedono a Roma o che comunque hanno a disposizione un appartamento in città non ottengono l’alloggio di servizio. “Si provvede a ‘blindare’ la loro casa e a predisporre tutte le misure di sicurezza adeguate al ruolo mentre il trasferimento viene deciso soltanto in situazioni eccezionali di grave minaccia” spiega ancora Il Corriere. La Trenta possiede una casa al quartiere Pigneto dove non sembra ci siano rischi particolari. Il ministro, comunque, chiede una “residenza” dove si trasferisce con il marito. Si tratta di uno stabile del ministero a pochi passi da piazza San Giovanni in Laterano. L’appartamento è al 2° piano, molto ampio.

Odore di conflitto di interessi

A seguire la pratica è il V reparto della Stato Maggiore dell’esercito guidato dal generale Paolo Raudino. A rendere definitiva l’assegnazione è proprio la Trenta, molto prima che il governo gialloverde entri in crisi. E così si stabilisce che l’intestatario sia il marito. Appena 48 ore dopo l’arrivo alla Difesa il rapporto tra Trenta e il consorte era stato al centro delle polemiche su un possibile conflitto di interessi. Passarelli era infatti “ufficiale addetto alla segreteria del vice direttore nazionale degli armamenti all’ufficio Affari Generali” e questo aveva spinto l’opposizione a sollevare il problema di possibili incompatibilità.

La nota della Trenta

A quel punto la Trenta, in una nota, comunica di aver chiesto il trasferimento del maggiore Claudio Passarelli per questioni di opportunità all’ufficio Affari Generali, retto da un dirigente civile, che sovrintende alle esigenze organizzative e logistiche del funzionamento del segretariato generale. “Lo spostamento in realtà non risulta avvenuto, ma evidentemente Trenta non ritiene che il suo legame familiare possa crearle problemi. Dunque va avanti la procedura relativa all’appartamento” sottolinea Il Corriere. A fine agosto, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte decreta la fine del governo gialloverde, Passarelli risulta intestatario dell’alloggio.

Cosa manca?

Stando alle regole del ministero della Difesa gli alloggi “di servizio” vengono assegnati in base all’incarico ricoperto. E il grado di maggiore di Passarelli non rientra tra quelli che possono ottenere un alloggio di primo livello, come è appunto quello occupato dalla ministra e ora rimasto nella disponibilità della coppia. Un chiarimento, poi, dovrebbe essere fatto sulla casa al quartiere Pigneto, visto che uno dei requisiti per entrare in graduatoria è dimostrare di non avere un’altra abitazione nel Comune di residenza. 

Trenta: “Non mollo la casa”

“Ormai la casa è stata assegnata a mio marito e in maniera regolare. Per quale motivo dovrebbe lasciarla?” Queste le considerazioni dell’ex ministro Elisabetta Trenta a riguardo della vicenda che la vede coinvolta.“Avevo bisogno di un posto dove incontrare le persone, di un alloggio grande – ha spiegato – era necessaria riservatezza…”. “Tutto regolare”. E in difesa dell’ex ministro anche Luigi Di Maio che in un primo momento ha difeso l’ex ministro e oggi, dopo lo scoppio del caso, invita la Trenta a mollare la casa. La Trenta continua a ribadirlo. Lo ha garantito anche a Di Maio.

Il Movimento delle insabbiature…

A quanto pare, del Movimento che lottava contro i privilegi della casta, è rimasto poco o nulla. Insabbiate e finite nel dimenticatoio il caso dell’affitto della casa di Rocco Casalini pagato coi soldi pubblici destinati al movimento e gli alloggi popolari assegnati alla madre di Paola Taverna e al senatore Emanuele Dessì. Una lista di grillini furbetti che si fa sempre più lunga.  

Di admin

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