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A pochi giorni dall’approvazione della cosiddetta Buona Scuola del governo Renzi, le polemiche sulla riforma non si placano.

Appena dopo la votazione parlamentare è stato subito scontro sulla norma gender. A dare battaglia al contestatissimo comma 16 del ddl la Lega Nord che ha esposto cartelli in Aula e che è costata l’espulsione al capogruppo Fedriga.

Parole durissime anche da Forza Nuova che parla di ingresso dell’omofollia gender nelle scuole, malgrado piazza San Giovanni e nonostante la forte opposizione che nel Paese reale, e nelle menti raziocinanti di ogni provenienza e orientamento sessuale, incontrano le manovre delle lobby omosessualiste”.

Lo stralcio della norma contestata assicura l’attuazione di tutti i principi riferibili alle pari opportunità promuovendo:“l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93”. Dunque, la legge non farebbe riferimento ai due sessi ma a un quadro normativo ben più ampio: alla Convenzione di Istanbul e al Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Nel primo caso la definizione di ‘genere’ non si riferisce al ‘sesso biologico’ ma bensì ai ruoli. Dunque, al gender studies, dunque al sesso come costruzione sociale e non più come naturale e biologica. Nel Piano straordinario, invece, si buttano le basi culturali per fare in modo da superare gli stereotipi riguardanti il ruolo sociale.

Per inciso – spiega Fn – , che si tratti di fortissime pressioni lobbistiche è un dato indiscutibile: non si spiegherebbe altrimenti la tenacia della onnipresente e ossessiva infiltrazione della pseudocultura gay in ogni dove e attraverso ogni anfratto”. Dal prossimo lunedì, 13 luglio, Forza Nuova inizierà ad organizzare e strutturare un comitato referendario per l’abrogazione della legge sulla ‘buona scuola’.

L’allarme scattò già qualche settimana fa in un istituto veronese gestito da suore:”I genitori sono terrorizzati dal fatto che si possa instillare teorie gender attraverso i corsi di educazione sessuale, per di più in una scuola cattolica” raccontò una mamma. E aggiunse:“c’è chi sostiene che il governo abbia stanziato diversi milioni di euro per questi corsi che mirano a condurre il bambino a decidere il proprio orientamento sessuale nello sviluppo a seconda di come ci si sente, e c’è chi perfino sospetta che le suore vogliano insegnare la masturbazione infantile già ai bambini dell’asilo”. 

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