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Presenti da qualche giorno, sul sito istituzionale della Regione Abruzzo, i curricula lungimiranti del Governatore Luciano D’Alfonso e dei suoi assessori Pd-centrici e Pescara-centrici.

La lettura dei curriculum è un mezzo per conoscere meglio chi ci governa e, da una lettura attenta delle biografie, si capisce proprio come questa sia la giunta migliore per raggiungere dei grandi obiettivi amministrativi.

Donato Di Matteo ha dimenticato di scrivere nel suo curriculum che dal 1994 fino a Febbraio 2005 è stato presidente dell’Aca spa.

Però sono solo malelingue quelle che collegano questa omissione con l’aver visto, qualche mese fa, Di Matteo che sventolava il proscioglimento nell’ambito dell’inchiesta sull’acqua avvelenata di Bussi e, che proprio per quell’inchiesta, era considerato “incandidabile”.

Sono le stesse malelingue che non credono che sia vero che Di Matteo non aveva l’abitudine di leggere la posta che arrivava nel suo ufficio, ma ritengono che questa sia stata solo una scusa per salvarsi dal processo.

Mario Mazzocca nel suo curriculum ha tralasciato che da ragazzo ha vinto il torneo di freccette nel bar dell’oratorio.

Ci sembrava giusto che questo risultato fosse presente, dal momento che oltre ad aver menzionato ogni sua minima delibera, ha addirittura citato la scrittura di due testi (“La vicenda della chiesa e del convento di S.Tommaso Apostolo in Caramanico Terme” e “Il complesso della SS. Trinità nel sistema urbano di Caramanico”) che non sono stati pubblicati ma la cui pubblicazione, dice, è in corso. (significa che mentre stava scrivendo il curriculum, i rulli della tipografia stavano stampando le copie ma non abbastanza velocemente affinchè potessero entrare nel suo curriculum).

L’ostetrica di Mazzocca mostra delle perplessità quando lo stesso si definisce «socialista dalla nascita».

Mentre Dino Pepe, soprannominato il brutto anatroccolo, non aveva voglia di scrivere il curriculum e così ha copiato e incollato la pagina Internet del suo sito, Giovanni Lolli, troppo impegnato ad elogiare la sua pugnace militanza, si è dimenticato di scrivere che lavoro svolge oltre alla politica (pardon fa il politico di mestiere… ritratto l’ultima riga).

A questo punto (e qui vi accorgerete davvero del valore della giunta) è opportuno considerare coloro che, in queste autocertificazioni, possiedono delle precise e peculiari doti psico-comportamentali: nella fattispecie Marinella Sclocco e Silvio Paolucci

Marinella Sclocco sostiene di avere una “Spiccata predisposizione a vivere e a lavorare con altre persone” il che potrebbe significare che, nel caso si trovi a lavorare in un tavolo di consiglio, non è solita venire alle mani con i suoi colleghi.

Tuttavia (e qui si vede la perfetta organizzazione della giunta D’Alfonso) anche nel caso scazzottasse qualcuno, non ci sarebbero problemi perchè c’è Silvio Paolucci che, tra le menzioni del suo curriculum, cita la “Capacità di risoluzione dei conflitti”.

Tra le capacità di Paolucci (e qui si spiegano le sue importanti deleghe) ci sono diversi altri doni psico-comportamentali.

Paolucci è dotato di

  1. “Attitudine alla creazione del consenso”: su questo punto il lettore mi scuserà ma le mie capacità intellettuali di umile giornalista non sono arrivate a comprendere con precisione in cosa consiste quest’attitudine. I miei amici mi hanno suggerito: “attitudine a convincere la gente anche se dico una bugia” ma… si sa… i miei amici sono tutti di destra e quindi non fanno testo.
  2. “Capacità di lavoro sotto stress”: significa che anche dopo 12 ore di consiglio, quando tutti gli altri crollano, Paolucci è ancora fresco come una rosa e, saltando da una liana all’altra, riesce a sedersi su tutte le sedie e a fare il lavoro dei suoi colleghi sfiniti.
  3. Capacità di pensiero sistemico e di velocità decisionale: Significa probabilmente che quando gli esponenti della giunta si stavano spremendo le meningi per mascherare le loro malefatte sul curriculum, è arrivato Paolucci e, con velocità decisionale, ha risolto: “toglietele e basta”.

 

Manca qualcuno? Ma certo… manca Lui… il Governatore.

Luciano D’Alfonso, com’era prevedibile, è dotato di doti straordinarie e questo è già evidente dal suo percorso di studi.

Nel 2004-2005 Big Luciano è stato docente a contratto di Diritto dell’UE, presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Univeristà “G.D’Annunzio di Chieti-Pescara.

Ha insegnato alla Facoltà di Lettere e Filosofia, udite udite, nello stesso anno in cui si è laureato in quella stessa facoltà.

Il lettore rimarrà stupito da questo, ma D’Alfonso non è nuovo a questi atti di prodigiosa precocità, infatti già nel 2000, presso l’Università di Teramo, un anno dopo la Laurea in Scienze Politiche, è stato nominato “Cultore della materia” nella stessa sede universitaria.

Aspetto eclatante, per non dire inquietante, è il fatto che big Luciano, tra le sue cariche amministrative, abbia omesso la rielezione a Sindaco di Pescara del 2008.

Semplice dimenticanza? Ma no, è intervenuto sicuramente Paolucci con la sua “velocità decisionale” e gli ha detto: “Se scrivi che sei stato rieletto sindaco nel 2008, poi ti tocca scrivere che il mandato non si è concluso e quindi devi fare menzione delle tue vicende giudiziarie. Dato che non vuoi parlare per niente del fatto che sei stato arrestato… togli direttamente la rielezione a sindaco”.

Vedete che significa avere la “velocità decisionale” dalla propria parte?

Naturalmente le parole di Paolucci sono una semplice congettura del giornalista, senza la benchè minima prova; per cui, il rispetto per la legge mi insegna che: quando non ci sono le prove è tutto falso.

Quando le prove ci sono? Prescrizione.

 

 di M. Minnucci

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