Il deputato leghista che si porta in Europa i nostalgici del ventennio
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A Bruxelles arrivano tanti di quelli che l’Europa la vogliono distruggere. Sono sovranisti ma anche nostalgici del Ventennio. Quelli che vogliono l’abolizione del suffragio universale per l’instaurazione di una democrazia delle élites. E il deputato leghista se li porta nel cuore dell’Europa.

Vincenzo Sofo

Niente male come progetto. Il tema, però, è che chi auspica visioni governi di questo tipo è un po’ in contraddizione con sé stesso. Come, ad esempio, Vincenzo Sofo, eurodeputato calabro-milanese della Lega. Il suo mentore, “trascinato” nell’odiata città europea da Sofo, è Fabrizio Fratus, ex militante della Fiamma Tricolore, presidente del comitato antievoluzionista e dell’associazione Narkas, impegnata, tra le altre cose, nella “ricerca delle tracce archeologiche dell’avvenuto diluvio biblico”. Ma Fratus, come racconta L’Espresso, è anche fondatore del Talebano, rivista e pensatoio della destra, con pantheon ideologico di riferimento che va dal teorico della destra putiniana.  

Le consulenze di Sofo

Sofo ha collezionato non poche “consulenze” in Regione Lombardia. Ma anche delusioni elettorali. Sofo è il fidanzato di Marion Le Pen, nipote della leader francese di estrema destra, Marine. Durante il lockdown è rimasto dalla fidanzata e “cosa abbia fatto in quei mesi non è dato sapere” racconta il settimanale. “Ma tra una dichiarazione di guerra alla Turchia, con appello all’Europa a schierare l’esercito per la riconquista delle mascherine sequestrate, e un invito alla secessione amministrativa in tre macroregioni dell’Italia, adesso si scopre che ha lavorato. Quanto meno per sé e per i suoi.”

Fratus e il fascismo

“Il fascismo ha portato avanti valori importanti, e se non ci fosse stata la guerra sarebbe ricordato come un periodo sicuramente positivo” spiega Fratus, ovvero il faro di Sofo. Ufficialmente, si proclama oltre la destra e la sinistra, un “comunitarista”. Fratus incontrò Sofo quando quest’ultimo era il misconosciuto responsabile milanese di “Gioventù italiana”, la costola giovanile della Destra di Francesco Storace.  

Abbasso la democrazia

La democrazia un male. E dunque, va combattuta. Un documento, firmato anche da Andrea Gibelli, ex-deputato leghista ed ex numero due di Regione Lombardia, mette in discussione la formula democratica. Cinquanta pagine sviluppano i punti cardine del Fratus-pensiero, dal “dichiarare fallita la democrazia rappresentativa dei partiti e dei sindacati, lanciando la sfida per una democrazia delle élite” alla famiglia come “centro della società” perché “istituzione capace di riprodurre e perpetuare, sia sul piano biologico sia su quello culturale, caratteri quali l’esclusività, la stabilità, la responsabilità, la disciplina e l’apprendimento di valori”. E poi autoproduzione e autoconsumo.

Diffondere il verbo

Fratus e Sofo diffondono il verbo. Vogliono smantellare la Ue, ma intanto si accomodano sulle poltrone. Sul punto, l’ideologo di riferimento è l’ex Ss belga Jean Thiriart, con la sua “teoria geostorica dell’Eurasia”, che in nome di una “geografia sacra” sogna un blocco unico da Lisbona a Vladivostock, a trazione russa. Teorie che raccoglie Aleksandr Dugin e Alain de Benoist. Tutte anime più o meno dichiarate dell’associazione Patriae, che Fratus e Sofo sognano punto di riferimento e grande casa per gli euroscettici. Un fronte che sulla carta va dall’ungherese Viktor Orban alla francese Marine Le Pen e in Italia piace anche ad alcuni pezzi o ex dei pentastellati.  

La destra romana a Bruxelles

Alcuni personaggi vicini all’ideologia arrivano “dal vivaio del missino Alfredo Iorio, nome noto dell’estrema destra romana, negli ultimi anni tornato a farsi notare in Calabria. È stato lui uno dei king-maker della campagna calabrese di Sofo per le europee, tra tour per santuari e iniziative con Casa Pound e associazioni affini. Per il neoeurodeputato calabro-milanese, Iorio sembra aver lavorato meglio che per se stesso.”

Nel 2016, da candidato sindaco della Capitale con la lista “Patria”, non è andato oltre lo 0,2 per cento, raccogliendo scarsi 2.600 voti. In quell’avventura, ad accompagnarlo c’era Gianmarco Oddo, da tempo nel giro del Talebano scelto dal neoeurodeputato come assistente accreditato. Il giovane virgulto della destra capitolina era già volato in Europa al seguito di Antonio Maria Rinaldi, figlio di una nobile famiglia romana, in passato direttore generale della Sofid, la finanziaria dell’Eni. In passato fondatore di un partito sovranista, spesso ospitato sulle colonne del giornale di Casa Pound “Il primato nazionale”.

Il terzo erogatore

“Vanta sfortunate avventure elettorali anche Niccolò Fracchia – spiega L’Espresso – , scelto da Sofo come terzo erogatore, sostanzialmente il tecnico deputato a vigilare sul rispetto delle disposizioni in materia di previdenza sociale e regime fiscale. In passato è stato candidato alle amministrative di Roma con “Il popolo della vita” di Adinolfi, ma il suo cuore – confessa su twitter – batte per il Mse, movimento sociale europeo (MSE)”. 

Furgiuele

C’è una galassia associativa che ruota attorno all’unico deputato leghista calabrese Domenico Furgiuele, da tempo motivo di imbarazzo per il Carroccio calabro a causa di un ingombrante suocero, condannato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e per questo finito in carcere. Cresciuto nei ranghi del Fronte della gioventù, Furgiuele con il tempo si è scoperto leghista, senza mai rinnegare il passato da nostalgico del fascio littorio. 

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