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Il governo salva Roberto Speranza: la Commissione d’inchiesta non potrà indagare sulla gestione della pandemia

Il governo salva Roberto Speranza: la Commissione d'inchiesta non potrà indagare sulla gestione della pandemia

Il governo salva Roberto Speranza: la Commissione d'inchiesta non potrà indagare sulla gestione della pandemia

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“La Commissione parlamentare d’inchiesta è stata stravolta da una serie di emendamenti che di fatto impediscono di fare piena chiarezza sugli eventi e sulla gestione della pandemia”.

Per Galeazzo Bignami si tratta di “Una vera e propria farsa, con l’avallo delle forze di maggioranza, per impedire di indagare le zone d’ombra e le responsabilità politiche di quanto avvenuto. È uno schiaffo alle vittime della pandemia e ai loro familiari“. E di mezzo c’è, come sempre, Roberto Speranza.

Dunque, la richiesta di una commissione d’inchiesta parlamentare che FdI ha presentato alla Camera è stata stravolta da una serie di emendamenti mirati a negare di fare chiarezza sugli eventi e sulle responsabilità della gestione sanitaria della pandemia. “Si sta verificando – spiega Bignami – un fatto molto grave che si sta consumando nel silenzio totale nelle aule parlamentari e – dispiace dirlo – con la connivenza di tutta la maggioranza che sostiene questo governo. Un’operazione che ha come scopo quello di impedire che si sappia la verità sulla pandemia. Di negare che chi di dovere conduca un’inchiesta rigorosa. Seria. Completa, sulla pandemia”.

Insabbiamento finalizzato a coprire la verità

L’esponente politico promette di far “parlare i documenti ufficiali”. E che argomenterà, tra ricorsi ai vaccini alle istituzioni delle task force, “con documenti ufficiali. Documenti inoppugnabili, su carta intestata di Camera dei Deputati e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale”. Tanto che, aggiunge a stretto giro l’esponente FdI, “chiunque vuole può querelarmi: tanto le carte parlano chiarissimo”.

Distrazione di massa

Bignami prosegue e aggiunge: “Nelle scorse settimane Fratelli d’Italia ha proposto l’istituzione di una commissione d’inchiesta dalle finalità evidenti, e con il primo firmatario che è Giorgia Meloni. Insieme a Lollobrigida, il sottoscritto, Gemmato e altri. Una richiesta – spiega sempre Bignami – indirizzata a chiarire la gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione pandemica Sars Cov-2, con particolare riguardo alla mancanza del piano pandemico prescritto dall’Oms”. Una proposta che, lo si legge all’articolo 3, mirava a chiarire come e perché non ci fosse l’aggiornamento del piano pandemico. Accertare per quale ragione in alcune sedute del comitato tecnico i convenuti non abbiano affrontato l’argomento. E, ancora, chiarire i motivi per cui ci sono documenti che sono stati occultati.

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Le responsabilità di Conte e Speranza

“Insomma, la nostra era una richiesta che andava nella medesima direzione di altre commissioni d’inchiesta già istituite in Germania, Svezia, Gran Bretagna, Belgio, Francia… Invece succede che nel frattempo viene presentata una proposta di legge parallela, sulle cause dell’esplosione della pandemia e sulla congruità delle misure adottate negli Stati che rientrano nell’Organizzazione Mondiale della Sanità. È molto più breve e meno dettagliata. Questa proposta va avanti, fino a che l’8 luglio – nello stesso giorno in cui centinaia e centinaia di famiglie presentavano dinanzi al tribunale di Roma la causa per chiedere che venisse appurata la verità – viene presentato un pacchetto di emendamenti a questa commissione che stravolge completamente tutto”.

Emendamenti limitati alla Cina e al periodo antecedente il 30 gennaio 2020

Emendamenti che vanno a comporre il testo rivisitato e corretto che verrà votato questa settimana alla Camera dei deputati. Nulla sulle misure adottate e sulla loro congruità, e che puntano i riflettori sugli Stati di origine del virus e in cui il Coronavirus si è manifestato inizialmente, ossia sulla Cina. Limitando l’arco temporale degli accertamenti a prima del 30 gennaio 2020. O meglio: sul “periodo antecedente alla dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale da parte dell’Oms, avvenuta il 30 gennaio 2020”. Insomma, sparisce la necessità di indagare su tutto quanto accaduto, anche in Italia, da quando è scoppiata la pandemia fino ad oggi, “con un blitz a cui hanno partecipato deputati giallo-rossi. Il Pd. Leu.

Il M5S, dispiace dirlo, anche parlamentari di centrodestra, ma chiaramente non di FdI, la richiesta modificata della commissione d’inchiesta stravolge e limita l’operato dell’indagine. E introduce due limiti fondamentali: s’indagherà solo Sulla Cina e per un periodo limitato alla fase precedente il 30 gennaio 2020″.

Tutto insabbiato

La Commissione d’inchiesta non potrà indagare su cose importanti. Non potrà appurare “Che fine aveva fatto il paino pandemico. Perché chi di dovere non ha operato per aggiornare e attivare il piano pandemico. Perché i militari erano stati mandati e poi ritirati dalla Val Seriana. Sui motivi per cui gli operatori sanitari non eseguivano i tamponi. Perché i cinesi potevano sbarcare in Italia mentre i nostri connazionali finivano in quarantena. Perché non si poteva conoscere il contenuto del dossier di Francesco Zambon. Per quale motivo Brusaferro sosteneva che il virus non circolava in Italia a febbraio. E tanti, tantissimi altri perché che, stando così le cose, potrebbero rimanere senza risposta…”

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