In pieno Covid, Regione Abruzzo non paga le Asp per assistere le persone
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La richiesta d’aiuto, in piena pandemia e con lo spettro di un nuovo lockdown davanti, arriva dalle cooperative impegnate nel sociale. La Regione Abruzzo mette in difficoltà le Asp.

Al centro della vicenda c’è la Asp – l’azienda pubblica di servizi alla persona – che da alcuni mesi non paga le cooperative impegnate nel sociale. Si tratta di realtà che gestiscono servizi importanti alla persona in case di riposo, asili nido, strutture sanitarie. Servizi che, a questo punto, sono fortemente a rischio. Ciò comporta che le cooperative interessate ormai non riescono più a pagare gli stipendi dei loro di dipendenti. “C’è chi è in arretrato di un mese, chi di diverse mensilità. Una situazione – aggiunge Monetti – resa ancora più difficile dal fatto che le banche non sono più disposte a concedere prestiti, avendone già fatti in abbondanza sinora per venire incontro ad una circostanza davvero drammatica”.

“Ci risultano fatture non pagate per un ammontare di circa 6 milioni e mezzo di euro” aggiunge Monetti.

La ASP

“Le attività sono tese a rimuovere le situazioni di bisogno che impediscono il pieno sviluppo della persona, ovvero ad assicurare una migliore qualità di vita e, quindi, il benessere della persona”. Questo si legge sul sito della Asp di Atri. Si tratta di “una delle sei istituite nella regione Abruzzo” e “nasce dall’accorpamento e la trasformazione di quattro importanti ex IIPAB insistenti sul territorio provinciale:  l’Orfanotrofio Femminile Domenico Ricciconti di Atri; gli Istituti riuniti Castorani – De Amicis di Giulianova; l’Asilo infantile Regina Margherita di Mutignano di Pineto; la Casa di Riposo Santa Rita di Atri”.

L’Azienda si occupa della gestione di funzioni socio-assistenziali, socio-sanitarie e, più in generale, della gestione dei servizi alla persona a prevalente carattere sociale. Un’attività rivolta “a portatori di disabilità psicofisiche e relazionali” e che “tutela contro la violenza su donne e minori” realizzando “programmi destinati al contrasto alla povertà, alla integrazione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati, al disagio, alle dipendenze, alla devianza sociale“.

Insomma attività che, specie in tempo di Covid, sono molto importanti e che purtroppo risentono di una gestione non all’altezza.

Una situazione precipitata per “mancanza di volontà della Regione Abruzzo, in particolare dell’assessorato alle Politiche sociali, di onorare gli impegni” spiega ancora Monetti. Si tratta di convenzioni regolarmente sottoscritte con la Asp di Teramo, che però non riceve da mesi i soldi proprio dall’ente del governatore Marco Marsilio e dell’assessore Piero Fioretti. Eppure, proprio l’assessore a settembre dello scorso anno dichiarava che “Le aziende servizi alla persona (Asp) saranno al centro del nuovo Piano sociale in modo da essere da supporto a Comuni e Ambiti sociali”. Non solo. Fioretti aveva la “volontà politica di dare un rinnovato ruolo a queste aziende pubbliche, a completamento di un processo partito con la legge del 2011 che da Start Up innovative in materia di erogazione di servizi li trasformi in vere e proprie imprese sociali”.

Guerra politica per le nomine

Peccato che in quei giorni la Giunta Marsilio stava cercando di sanare la mossa in odore di conflitto d’interesse. A seguito di un esposto pervenuto al Difensore civico, l’Avvocatura regionale aveva condiviso la tesi di alcune irregolarità. Marsilio, dunque, aveva invitato Fioretti a provvedere a sanare immediatamente la situazione. Nonostante questo l’assessore leghista aveva portato sul tavolo la nomina dello stesso Di Lorenzo come commissario. Lo stesso Fioretti già nel mirino per la nomina della moglie, Caterina Longo, leghista anche lei, nella Commissione adozioni internazionali.

E oggi, manco a dirlo, si è di fronte ad una situazione di stallo. Da tempo il consiglio di amministrazione dell’agenzia è bloccato per beghe politiche. “Non ci stupiamo -sottolinea Montetti- se i lavoratori sono sul piede di guerra. È del tutto evidente che in questo modo la Regione intende smantellare un forte tessuto sociale, e non perché non ci sia mercato, anzi. I bisogni stanno progressivamente crescendo, e le coop sono quotidianamente impregnate sul campo. Tra l’altro, va aggiunto che in questa fase le stesse coop non possono neanche licenziare, alla luce del blocco imposto a livello nazionale”.

Una situazione drammatica anche per via dei “rubinetti chiusi delle banche”.

“Chiediamo – conclude Monetti – che la Regione Abruzzo trasferisca subito i soldi alla Asp. Se questo non dovesse accadere a breve, assisteremo all’azzeramento del terzo settore abruzzese, le coop chiuderanno e quei servizi comunque indispensabili saranno alla mercé del mercato, con realtà di fuori regione che verranno a colonizzare l’Abruzzo”.

La Regione Abruzzo ridarà la dignità alle Asp?

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