La famiglia a 5 stelle si allarga: sistemato a 250mila euro l'anno l'ex capo segreteria di Toninelli
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Le poltrone, per la grande famiglia a 5 stelle, aumentano. E, come in questo caso, sono sempre pronte a per sistemare gli amici. L’ultima poltrona messa a disposizione è una di quelle molto ambite, per ruolo e stipendio.

Così accade che Massimiliano Gattoni finisce su un’ottima poltrona dell’Anas a 250mila euro l’anno. L’ingegnere è una vecchia conoscenza del Movimento 5 Stelle dato che era il capo della segreteria tecnica dell’ex ministro Danilo Toninelli. Una nomina, la sua, chiesta e ottenuta da Massimo Simonini, altro uomo vicino ai grillini. Simonini è diventato ad dell’Anas spinto proprio da Toninelli circa un anno e mezzo fa.

Simonini è stato promosso ad dell’Anas da dirigente di quarta fascia nell’ottobre 2018.

Al tempo al Mit c’era Danilo Toninelli. Il nome di Simonini fu suggerito da Gianfranco Battisti, numero uno del gruppo Fs. Lo stesso Battisti è diventato azionista di maggioranza di Anas dopo la fusione. La sostituzione di Toninelli con la democratica Paola De Micheli gli ha sottratto molto delle sue coperture politiche presenti. L’ad dell’Anas può ancora contare sui rapporti ereditati al padre, dirigente di lungo corso nell’ex ente di via Monzambano, e che vanno dall’ex consigliere Giovambattista Papello all’ex parlamentare europeo Vito Bonsignore

Nella storia dei 5 stelle molte sono stati i “sistemati”: di sorelle, cognati, amici e fidanzate si è perso ormai il conto di quelli saliti ai vertici dell’amministrazione pubblica. Il penultimo era stato Carmine America, ex compagno di banco di Luigi Di Maio al liceo di Pomigliano, e da Di Maio messo nel cda di Leonardo, ex Finmeccanica.

L’ultimo, dunque, è Massimiliano Gattoni, noto per essere stato il capo della segreteria di Danilo Toninelli al ministero dei Trasporti. Da ministro, Toninelli mise Massimo Simonini alla carica di amministratore delegato di Anas, e adesso Simonini assume Gattoni, chiudendo il cerchio. Gattoni sarà alla direzione dell’Information and Communication Technologies a ben 250 mila euro l’anno.

Insomma, anche i 5 stelle hanno compreso che per avere potere, le mani, un po’, bisogna sporcarsele. 

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