La Francia arresta 7 ex terroristi italiani. Esponenti di Lotta Continua e Brigate Rosse
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Sono sette gli ex terroristi italiani rifugiati in Francia negli anni Ottanta con la cosiddetta Dottrina Mitterrand e che oggi la polizia ha arrestato. A darne notizia l’Eliseo in un breve comunicato.

“Questa mattina, sette brigatisti italiani condannati per atti terroristici dalla giustizia italiana sono stati arrestati sulla base di mandati di arresto italiani” scrive il palazzo presidenziale della Francia.

“Tre non erano in casa e sono attualmente ricercati” aggiunge l’Eliseo. A ordinare l’arresto è stata la Procura di Parigi sulla base delle richieste da parte del governo italiano. Le richieste dell’Italia “originariamente riguardavano 200 individui”.

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La svolta voluta di Emmanuel Macron è arrivata dopo una riunione di lavoro della ministra Marta Cartabia e il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti. La Guardasigilli aveva trasmesso una lista con undici nomi. La Francia vuole chiudere una delle pagine più difficili nei rapporti bilaterali con l’Italia. “Le dieci richieste trasmesse alla Corte d’appello di Parigi rientrano strettamente nel quadro della dottrina Mitterrand. Queste riguardano crimini di sangue” precisa l’Eliseo dando un’interpretazione diversa da quella che spesso danno gli avvocati dei rifugiati. 

Tra gli arrestati ci sono Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse.

Ci sono poi esponenti di Lotta Continua come Giorgio Pietrostefani, e dei Nuclei Armati come Narciso Manenti. In fuga ci sono Maurizio Di Marzio, ex brigatista, Raffaele Ventura, 4 condanne per omicidio, e Luigi Bergamin, tra gli ideologi dei Pac, il gruppo armato di Cesare Battisti

“La Francia, anch’essa colpita dal terrorismo, comprende il bisogno assoluto di giustizia delle vittime” scrive l’Eliseo.

Secondo Macron la svolta “è anche in linea con la necessità imperativa di costruire un’Europa della giustizia, in cui la fiducia reciproca deve essere al centro”. I sette ex brigatisti arrestati sono ora in attesa di comparire davanti a un magistrato. “Il caso è ora davanti ai tribunali – conclude l’Eliseo – che deciderà indipendentemente su questi casi individuali”. Si annuncia quindi battaglia legale per l’estradizione verso l’Italia anche se con l’approvazione del mandato europeo le procedure sono in teoria molto più rapide e dirette. 

I nomi degli arrestati

Giovanni Alimonti

Romano, 65 anni. Ex membro delle Brigate Rosse, condannato a 11 anni, 6 mesi e 9 giorni di reclusione. Accuse: banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici ed altri reati. Accusato anche di tentato omicidio del vice-dirigente della Digos di Roma Nicola Simone.

Enzo Calvitti

Nato a Mafalda, ora 66enne. L’ex brigatista deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni di reclusione. Le accuse: associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo e ricettazione di armi.

Roberta Cappelli

Nata a Roma ed ex brigatista, ora 65enne. È stata condannata all’ergastolo. Accuse: associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all’incolumità ed altri reati. Responsabile degli omicidi del generale italiano dei carabinieri Enrico Riziero Galvaligi, dell’agente Michele Granato e del vice questore Sebastiano Vinci.

Marina Petrella

66 anni, ex brigatista nata a Roma. Condannata all’ergastolo con l’accusa di omicidio. Ritenuta responsabile dell’omicidio del generale italiano dei carabinieri Galvaligi, del sequestro del giudice D’Urso, dell’attentato al vice questore Nicola Simone, del sequestro dell’assessore regionale Ciro Cirillo, e dell’uccisione di due agenti di scorta.

Narciso Manenti

Nato a Telgate, ora 63enne. Fu un membro dell’organizzazione Nuclei Armati Contropotere Territoriale. L’uomo è stato condannato all’ergastolo per omicidio aggravato. Responsabile dell’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri avvenuto a Bergamo. Deve scontare altri anni per ulteriori reati.

Giorgio Pietrostefani

71 anni, nato a L’Aquila. Ex membro di Lotta Continua, condannato a 14 anni, 2 mesi e 11 giorni di reclusione per l’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi.

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