Lucia Calvosa: la presidente Eni, scelta dai 5Stelle, ha speso 206 mila euro tra alberghi e viaggi
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Lucia Calvosa, presidente dell’Eni e sponsorizzata al vertice dell’azienda dal Movimento 5 stelle, spende troppo.

Le spese di Lucia Calvosa sono emerse dalla “Relazione sulle remunerazioni 2021” pubblicata sul sito Eni e che tirano in ballo la numero uno della multinazionale italiana partecipata dal Tesoro, che nel maggio 2020 ha indicato Calvosa come presidente. 

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Preoccupano investitori e addetti ai lavori le retribuzioni – e i benefit – di Lucia Calvosa e Patrizia Grieco, due tra le principali dirigenti di Piazza Affari. Su Eni risulta l’intervento del cda, che giorni fa avrebbe chiesto a Calvosa di limitare le spese per alloggio a 100 mila euro l’anno, riscontrando peraltro piena disponibilità della presidente a pagare ogni eccedenza. Mentre in atti ufficiali si legge che Endesa, controllata spagnola di Enel, valuta di ridurre da 14 a 11 i costosi consiglieri, tra cui c’è Grieco, che un anno fa lasciò la presidenza Enel per quella di Mps.

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Le spese di alloggio e trasporto di Lucia Calvosa

Lucia Calvosa percepisce un compenso di 500 mila euro lordi annui, tra i 90 mila previsti dall’assemblea e i 410 mila aggiunti dal cda il 4 giugno scorso “per deleghe conferite”. La somma è in linea con gli standard, e invariata rispetto all’ex presidente Emma Marcegaglia. A variare, e di molto, sono i benefit:

“l’Eni dal 14 maggio al 31 dicembre 2020 ha sostenuto spese e oneri per servizi di alloggio e trasporto collegati all’esercizio del ruolo di Presidente per 206 mila euro”.

Marcegaglia, in carica fino a maggio, nei primi quattro mesi e mezzo dell’anno aveva speso 21 mila euro per le stesse due voci. L’Eni ha specificato a Repubblica che i 206 mila euro di Calvosa “sono composti da 152 mila euro di spese alberghiere e servizio di trasporto, e da 54 mila euro di spese relative all’alloggio assegnato dal febbraio 2021”. La società ha aggiunto:

“Gli standard di alloggio e trasporto sono sostanzialmente analoghi a quelli offerti ai presidenti precedenti. Le differenze di importi dipendono dalla diversa frequenza di utilizzo dei servizi, ovviamente maggiore nel caso di Lucia Calvosa che si trovava nel periodo di insediamento del nuovo incarico”.

Calvosa ha inizialmente alloggiato in albergo a Roma (mentre Marcegaglia usava un alloggio personale) e in più si è spostata da Pisa con un’auto a pagamento. Una scelta pensata dalla dirigente toscana proprio per limitare i costi. Mentre la maggior parte dei dirigenti Eni usa gli aerei della flotta interna, che fungono da taxi tra i principali aeroporti italiani e si immagina non costino meno dell’auto.

Gettone da 208 mila euro

L’ex presidente Patrizia Grieco ha lasciato a malincuore l’Enel. La dirigente milanese avrebbe preferito restare: ma le pressioni politiche dei M5s favorirono un ricambio, e il legale milanese Michele Crisostomo divenne presidente. Il Tesoro azionista chiese a Grieco di spostarsi a Mps.

Grieco da Mps ha ottenuto, in sette mesi e mezzo di presidenza, 68 mila euro, rateo dei 108 mila toccati prima di lei a Stefania Bariatti. La dirigente, che da presidente Enel guadagnava 450 mila euro, ha conservato un “gettone” da 208 mila euro per la partecipazione al cda di Endesa dove siede come consigliere ordinario. Uno degli 11 che affiancano presidente, vicepresidente e ad, in cambio di somme variabili tra 138 mila e 243 mila euro annui. Tra l’altro vicepresidente di Endesa è proprio Francesco Starace, che pur avendo ricevuto 6,86 milioni di euro di compensi 2020 come ad dell’Enel, non ha intascato nulla per il ruolo in Endesa.

La nomina di Calvosa

Calvosa fu oggetto di un’interrogazione parlamentare e fu invitata da Forza Italia a fare “pubblicamente un passo indietro. Consigliere d’amministrazione del Fatto, la sua nomina alla presidenza dell’Eni, annunciata da più parti, sembra il suggello di una lottizzazione dei grillini e del loro quotidiano di riferimento. Docenti di conflitti d’interesse, maestri dai quali molto abbiamo imparato”.

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